Gela. Migliaia di fedeli hanno accompagnato il simulacro del Cristo in croce e la Madonna Addolorata per la tradizionale processione del Venerdì Santo. Dietro la Madonna i lamentatori e la banda musicale. Il lunghissimo corteo si è poi concentrato poco prima di mezzogiorno come sempre in piazza Calvario, dove il Cristo è stato simbolicamente crocifisso.
L’omelia è stata affidata quest’anno a Don Nino Rivoli, vicario diocesano, che ha usato parole forti.
“Basta con il dolore, basta tutto quello che opprime il nostro cuore. Siamosazi nel perdere il lavoro. Basta nell’essere oppressi dal malaffare, schiacciati dal non vedere i nostri figli intorno a noi. Basta, il nostro cuore non palpita più nel allegria del sapere che il futuro sarà colmo di consolazione. Basta. Il nostro mondo è diventato un mare inquinato. Basta… La nostra vita devastata dalle situazioni più nere.
O Signore, dove è la tua risposta, dove è la tua presenza, dove è la tua parola. Basta… il tuo silenzio sembra ferire ancora di più dei chiodi, delle spine che hanno ucciso il tuo corpo. Basta.. dove è la tua risposta
E non risponde… perché non c’è suono che Dio possa mai pronunziare, perché non c’è nessuna nota che possa essere mai ascoltata dalle orecchie dell’uomo. Sono gli occhi del cuore e della nostra mente che devono guardare al segno più eloquente che parla e risponde alla nostra invocazione, al nostro basta
La Croce è il segno dell’amore di Dio, che esprime quanto Dio ci ama.
Ecco perché Dio tace e non canta più canzoni di lamento ma il canto della vittoria. Nella croce c’è l’esperienza forte di un matrimonio tra noi e Dio. E la croce è un segno tangibile, storico, visibile dove Dio si percepisce, dove Dio muto parla. L’amore parla in diverse maniere. Sulla Croce non sta un uomo morto
E non c’è più amore più grande di questo.
Ed allora basta morte, Signore. Se risorgi tu Signore, risorgeremo noi nella nostra vita. Il nostro cuore deve sapere che il nostro Dio ci tiene stretti”.