Gela. Sono ancora tanti i fattori da far combaciare nell’attesa di avere un quadro preciso in vista delle prossime amministrative. L’agorà politica, direttamente o indirettamente, ha generato tre candidati a sindaco. Nel blocco di centrodestra, invece, si fa ancora fatica ad ipotizzare un’alleanza coesa, in attesa dei prossimi sviluppi. C’è chi osserva con molta attenzione e al contempo già lavora per costruire un’eventuale terza via. “E’ il progetto che conta e non le candidature a sindaco quasi ad personam, solo per avere visibilità – dice l’ex parlamentare Ars Pino Federico – purtroppo, ormai siamo abituati ad alleanze solo per vincere ma prive di un filo comune sia programmatico che politico. Così, ognuno si sente legittimato a strutturare alleanze che appunto mancano di coesione vera. E’ difficile vincere le elezioni ma è ancora più difficile governare”. Federico, domani, sarà alla convention dell’Mpa, che tanti aspettano per capire se ci saranno indicazioni ufficiali dall’ex presidente della Regione Raffaele Lombardo, punto di riferimento per gli autonomisti locali. “Sono stato invitato e andrò – precisa – i rapporti con Lombardo rimangono buoni. Per quanto ci riguarda, stiamo lavorando ad una nostra lista e a una di amici vicini a noi. Aspettiamo il candidato del centrodestra perché è un’area nella quale ci siamo sempre rivisti. Spero possa essere un candidato veramente rappresentativo dei bisogni della città e non si tratti solo di protagonismo. In quest’ultimo caso, se non dovessimo intravedere un progetto adeguato, allora inizieremo a fare noi un’analisi. Non ho intenzione di proporre una mia candidatura a sindaco. Una mano la darò con la lista o con la candidatura al consiglio comunale. E’ chiaro comunque che senza un progetto adeguato per la città, faremo una nostra valutazione”. Quella di Federico e del suo gruppo storico sembra quasi un’attesa costruttiva, nel tentativo di capire se sia necessario lanciare una candidatura, in grado di incidere in equilibri al momento non così consolidati. “Sono i temi che devono prevalere – continua – non possiamo rimanere immobili davanti ad una città che in sette anni ha perso almeno novemila abitanti. Le menti migliori se ne vanno anche se tanti giovani, se ce ne fossero le condizioni, vorrebbero ritornare in una città che amano. Occorrono i servizi e non una gara a chi la spara più grossa. Nell’ultima campagna elettorale, c’era chi parlava di cacciare via Caltaqua e sappiamo che il servizio di Tekra si è concluso certamente non per scelte politiche ma perché non poteva più proseguire. Sono stati mancati tanti obiettivi. Non è stata sfruttata neanche la possibilità di assumere nuovi agenti di polizia municipale. Ne risente la sicurezza della città mentre si continuano a perdere finanziamenti”. Allo stato, secondo Federico, ci sono troppe incongruenze politiche.
“Dai grillini, che sul territorio hanno un deputato regionale e due senatori – dice ancora – mi sarei aspettato un candidato a sindaco. Invece, hanno optato per un candidato che arriva da una tradizione di destra. Loro evidentemente non sono riusciti ad esprimere una candidatura di partito. Il candidato, invece, cercava probabilmente chi gli potesse dare questa possibilità. Vorrei capire cosa c’entrano? Il progetto per la città dov’è?”. L’ex presidente della Provincia, seppur al momento dalle retrovie e senza alzare troppo il livello della contesa, sta valutando con attenzione e ciò che accadrà nel centrodestra potrà probabilmente dare il via libera ad una strategia anche fuori dagli schieramenti classici, con un progetto comune che metta insieme forze che si rivedono nel percorso per la città.