Gela. “Il rilancio dell’economia locale passa dai grandi progetti e non da quelli di valore inferiore al milione di euro. Invito l’assessore Simone Siciliano a gettare la maschera e a smetterla di coltivare l’orticello fatto dai soliti quattro notabili”.
“Le grandi aziende non sapevano della call”. Il consigliere comunale Antonio Torrenti chiede chiarezza allo stesso Siciliano e all’intera amministrazione comunale, soprattutto dopo la chiusura della fase di chiamata delle aziende interessate ad investire nell’ottica dell’area di crisi complessa locale. “L’amministrazione comunale – continua – deve fornire i dati. Quante aziende hanno presentato richieste per insediarsi? Con certezza, ho saputo di progetti per oltre quaranta milioni di euro. Personalmente, ho informato della call tantissime imprese di mia conoscenza in Italia, quasi nessuno dei responsabili era stato messo a conoscenza dell’ultima chiamata necessaria alla presentazione dei progetti. Mi sono spontaneamente adoperato per spingere tante aziende italiane ed estere a farsi avanti. Non capisco, invece, perché l’assessore Simone Siciliano appaia molto più preoccupato della sorte dei progetti sotto il milione di costo”. Solo in questo modo, secondo il consigliere uscito dal Megafono, la città potrà cercare di ritornare ai fasti industriali del passato. “Non dobbiamo dimenticare – conclude – che siamo stati una città industriale di primo livello. Per interi decenni, a partire dagli anni cinquanta, abbiamo rappresentato in Italia e nel mondo il riscatto economico di un’intera penisola. Chi oggi guarda molto in basso, come fa l’assessore Simone Siciliano, sponsorizzando le quattro imprese del territorio interessate a lavorare in subappalto per conto di raffineria, deve capire che bisogna guardare in alto, puntando a gestire direttamente i progetti per nuove produzioni. Se non è in grado di farlo, può farsi da parte”.