Gela. Potrebbe essere l’atteso giro di boa, verso la corsa finale per le amministrative. I dem che sono stati parte integrante dell’agorà politica non hanno ancora deciso se permanere nella coalizione a guida Di Stefano oppure se tracciare rotte differenti. Così, nel fine settimana, si terrà una riunione. “Avremo modo – dice il commissario Giuseppe Arancio – di confrontarci per far sì che il partito converga in un’unica direzione”. Allo stato, non pare prevalere un’interpretazione univoca, anche se il Pd ha praticamente fondato l’agorà, insieme ai grillini del Movimento cinquestelle e ai civici che hanno proposto la candidatura dell’ex vicesindaco Terenziano Di Stefano. La sintesi chiusa intorno all’esponente civico ha indotto lo stesso Arancio a prendere tempo, per consultare i suoi. In corsa c’è un dirigente del partito, Miguel Donegani, che va avanti nel suo progetto, sostenuto dal laboratorio “PeR”, da Sinistra italiana e “#2029”. “L’obiettivo è ripristinare il campo largo – sottolinea Arancio – dato che l’agorà ha perso diversi pezzi subito dopo la scelta di Di Stefano. Ci vedremo nel fine settimana e il partito dovrà avere una visione unitaria”. L’ex parlamentare Ars non si sbilancia, in attesa di capire quale potrà essere l’andazzo interno. Negli scorsi giorni, uno dei vice-commissari, Giuseppe Fava, ha spiegato che l’opzione da prefigurarsi, secondo la sua disamina, è di rimanere nel percorso dell’agorà, sostenendo Di Stefano, secondo un criterio di coerenza e lealtà. Una valutazione che non è condivisa da tutti, anche se ci sono dem che si muovono su questo versante. Il Pd non ha mai avanzato una proposta ufficiale, per un candidato a sindaco. Nel tragitto coperto dall’agorà ha cercato di studiare gli alleati, per tenere unita la potenziale intesa.
La sintesi che ha portato a Di Stefano ha allontanato non solo il gruppo di Donegani ma anche quello che ora appoggia l’altro candidato a sindaco, Filippo Franzone, oltre ai moderati che sono in cerca di una prospettiva politica differente. Per l’agorà, i dem possono essere un fattore tutt’altro che trascurabile, soprattutto se diventassero attrattori di ulteriori entità politiche, magari pronte a seguire questo sentiero. Di Stefano ma anche il “garante” dell’agorà Nuccio Di Paola, già in più occasioni hanno fatto appelli pubblici affinché i democratici proseguano il progetto, ricalcando un modello sardo che va per la maggiore. Anche nel caso del Pd, comunque, non pare ci siano soluzioni scontate e a portata di mano.