Gela. Una donna vittima del marito, con violenze e maltrattamenti. Una situazione che spinse ad attuare misure stringenti di protezione. Lei e la figlia, ancora minore, sono state trasferite in una struttura protetta. Intanto, però, il marito è stato destinatario di un provvedimento restrittivo, con il trasferimento in carcere. Una situazione che secondo il legale della donna non pone rischi immediati e così, anche su indicazioni della sua assistita, ha avanzato azione per richiedere il ritorno in città sia di lei che della figlia. Il tribunale minorile si è pronunciato favorevolmente, accogliendo quanto posto dal legale Gianmarco Cammalleri. L’assenza del marito, che pare soffra anche di disturbi psichici, per il tribunale dei minori evita pericoli.
Verranno però mantenute tutte le condizioni già in essere, compresa la presenza di un curatore. I servizi sociali seguono l’evolversi della situazione. Era stata la procura ad avanzare le prime richieste per il rafforzamento delle misure di protezione, secondo la nuova disciplina sul cosiddetto codice rosso, ancora più stringente.