Gela. Sono diversi i capi di imputazione risultati ormai prescritti e accertati dal collegio penale del tribunale, prima ancora dell’apertura del dibattimento. Una maxi inchiesta si concentrò, ancora una volta, sul presunto meccanismo illecito delle compensazioni fiscali indebite, attraverso crediti inesistenti. Gli inquirenti accertarono che le frodi si sarebbero sviluppate intorno agli sgravi per investimenti nelle aree svantaggiate, che si ritiene fossero invece solo fittizi. Sono cinquantotto gli imputati. La prescrizione farà venire meno parecchi capi di accusa e il collegio, presieduto dal giudice Miriam D’Amore (a latere Eva Nicastro e Martina Scuderoni), ha provveduto allo stralcio. Il dibattimento sarà invece aperto per le contestazioni ancora non raggiunte da prescrizione. La procura, in aula con il pm Fabrizio Furnari, ipotizza l’esistenza di una vera e propria organizzazione, con in testa il consulente Rosario Marchese. La sua posizione e quella di Rosario Barragato sono state riunite agli altri imputati. Le difese hanno insistito preliminarmente per il riconoscimento della prescrizione e per i dissequestri di società finite nella rete dei controlli. Le attività investigative si congiunsero con l’inchiesta condotta dai pm bresciani e che diede vita al blitz “Leonessa”.
Tra i primi testimoni, toccherà al capo della squadra mobile di Brescia che si occupò di quel filone. A giudizio sono arrivati Gianfranco Casassa, Alberto Sessa, Roberto Edoardo Golda-Perini, Valentina Bellanti, Giuseppe Nastasi, Salvatore Sambito, Ilario Rubbio, Carlo Zanti, Claudio Bruno, Luciano Filippini, Rosario Reina, Mario Castelluccia, Cinzia Casto, Marco Lorenzini, Giuseppe Tramontana, Marcello Bresci, Silvio Sapienza, Ignazio Trubia, Giuseppe Coriale, Leonardo Schiera, Luigi Di Sazio, Andrea Calabrese, Vincenzo Abruzzo, Francesco Dragone, Giovanni Schifano, Antonio Santoiemma, Josè Pelasgi, Daniele Liberati, Luca Birbes, Ivan Sorrenti, Antonio Rinciani, Giuseppe Lanaro, Giuseppe Vitale, Michele Santobuono, Franco Pettenazza, Paolo Zanoletti, Giovanni Ceglia, Vittorio Savoldelli, Alessandro Sartore, Gianfranco Vedelago, Cinzia Alasonatti, Anna Maria Valentino, Pierino Chindamo, Antonino Mandaglio, Umberto Palumbo, Marco Tagliavia, Daniela Spinelli, Walter Guzaman Anampa, Bernardo La Susa, Giulio Cristina, Enrico Zumbo, Ernesto Trezzi, Marco Belardi, Vincenzo Saitta, Tania Messina, Naser Hyseni, Giuseppe Serio e Simone Malatesta. Imprenditori e professionisti sarebbero stati attratti dalla possibilità di ottenere sgravi su pesanti cartelle erariali ma attraverso sistemi che per la procura sono del tutto fuori dalla disciplina in materia. Tra i legali di difesa, gli avvocati Flavio Sinatra, Giovanna Zappulla, Giovanna Cassarà, Giovanni Cannizzaro, Vittorio Giardino, Francesco Enia, Ivan Bellanti, Giusy Ialazzo, Enrico Aliotta, Nicola Martello, Rocco La Placa, Michele Aliotta, Giuseppe Dacquì, Antonio Gagliano, Elio Lembati, Paolo Testa, Giacomo Di Fede, Angelo Licata, Ennio Adamo, Giovanni Lomonaco, Dalila Di Dio, Francesco Minardi e Cristina Alfieri.