Gela. La pietra forata rinvenuta lo scorso dicembre in contrada Ponte Olivo è una pietra calendario. E’ quanto affermano gli esperti riuniti alla conferenza “L’antico Calendario solare nella Sicilia antica” che si è svolta presso il teatro Eschilo. Dopo una serie di studi e sopralluoghi gli esperti hanno potuto confermare che da un punto di vista geologico il foro su questo affioramento roccioso è legato esclusivamente ad attività antropiche. Nessun fenomeno quindi di erosione naturale degli agenti atmosferici .
Erano presenti al convegno oltre al sindaco Domenico Messinese tutti gli esperti che hanno approfondito gli studi sulla scoperta: Vito Francesco Polcaro dell’Istituto Nazionale di Astrofisica e Planetologia Spaziali, il Presidente dell’Ordine dei Geologi di Sicilia Giuseppe Collura, il vice presidente nazionale Gruppi Archelogicid’italia Alberto Scuderi, il direttore del Gruppo Archeologico Geloi Giuseppe La Spina è il direttore del polo museale Ennio Turco.
E’ stato scoperto a poche decine di metri della necropoli di Grotticelle proprio dall’archeologo gelese Giuseppe La Spina insieme agli amici Michele Curto ed Enzo Madonia, che si avventurarono come gruppo di archeo trekking in prossimità delle aree archeologiche.
“Dopo la scoperta è stata subito avvisata la Soprintendenza e contattati studiosi e scienziati” – afferma l’archeologo- il ritrovamento, una roccia sedimentaria composta da sabbia e fossili e circondata da pietre ancora più antichepresenta le stesse caratteristiche delle pietre del Belice e Jato”.
“Tre oggetti sostanzialmente identici puntati esattamente verso la direzioni solstiziale – aggiunge Il prof. Polcaro– Si tratta infatti di un oggetto a scopo concreto creato per indicare con precisione la data del solstizio d’inverno, il giorno più corto dell’anno, data essenziale per l’agricoltura, per la semina e la raccolta ma anche per ragioni culturali ad esempio fissare il Natale”.
“Il fatto testimonia ancora una volta la grande importanza del nostro territorio dal punto di vista degli insediamenti umani anche in tempi anteriori al periodo greco che è stato quello di maggiore splendore della città – conferma Giuseppe Collura – Ritrovamenti di notevole interesse che qualora valorizzati e messi in rete attraverso una politica di valorizzazione complessiva dei siti di interesse culturale e archeologico del nostro territorio, possono rappresentare una chiave di volta positiva per il nostro territorio sia dal punto di vista culturale che dal punto di vista economico”.
A concludere l’incontro il direttore del museo archeologico di Gela, Ennio Turco, che aggiunge: “E’ un fatto rilevante, occorre trovare ora il valore aggiunto. La città è stata abitata fin dalla preistoria, l’uomo ha sfruttato questo calendario per insediarsi sul luogo. Questo significa che il nostro è stato un territorio ambito, utilizzato da sempre nella storia dell’uomo”.