Gela. Non era psoriasi ma una rara sindrome che ha portato, nell’arco di pochissimo tempo, alla morte di una donna. La diagnosi contestata. Per i familiari, si sarebbe trattato di un caso di malasanità, generato proprio dalla mancata diagnosi. Così, hanno scelto di chiedere un risarcimento direttamente ai vertici dell’Asp nissena e a quelli dell’ospedale Vittorio Emanuele. Sia i medici nisseni sia quelli del nosocomio di Caposoprano, nel giugno di un anno fa, davanti ai primi sintomi lamentati dalla donna la sottoposero a controlli, individuando però un presunto caso di psoriasi della pelle. La paziente, infatti, iniziava ad essere affetta da pustole e da un insistente prurito. Dopo il ricovero al Vittorio Emanuele e le successive dimissioni, le sue condizioni non migliorarono. I familiari scelsero di rivolgersi ai sanitari del nosocomio di Enna. I medici riuscirono ad individuare una rara forma della sindrome di Lyell che causa una necrosi quasi totale dell’epidermide. La diagnosi, però, arrivò, probabilmente, troppo tardi. Il peggioramento delle sue condizioni non ha più permesso di evitare la conseguenza estrema, la donna è deceduta e adesso i familiari hanno deciso di far luce su quanto accaduto. Una prima diffida è già stata inoltrata per il tramite del loro legale di fiducia, l’avvocato Roberto Nastasi.