Gela. In primo grado fu condannato a due anni e sei mesi di reclusione. In appello, per il quarantacinquenne Giuseppe Sanfilippo, è stata richiesta la conferma. La procura generale ha ribadito le conclusioni già sviluppate dai pm davanti al giudice del tribunale di Gela. Per gli inquirenti, la droga che venne trovata nella sua abitazione e in un terreno attiguo, era destinata allo spaccio. I poliziotti sequestrarono quantitativi di cocaina, consegnati subito dall’imputato, marijuana e cinque panetti di hashish da cento grammi ciascuno, nascosti in un terreno, proprio a ridosso dell’immobile di famiglia. La difesa, con il legale Davide Limoncello, nel giudizio di secondo grado, ha invece nuovamente escluso un collegamento tra l’hashish ritrovato nel terreno e l’imputato. Pare infatti che quell’area fosse accessibile dall’esterno, senza un controllo. Inoltre, il legale ha spiegato che i quantitativi sequestrati nell’abitazione erano destinati ad uso personale. Prima di quei controlli, il quarantacinquenne era già stato arrestato dopo che fu fermato lungo un tratto della Licata-Gela. In un’auto trasportava cocaina.
Lo scorso anno, invece, è stato raggiunto da provvedimento restrittivo per i fatti del blitz “Hybris”, coordinato dai pm della Dda di Palermo, anche in questo caso su un presunto traffico di droga tra l’agrigentino e Gela.