Gela. “In una città dichiarata a rischio industriale e sito di interesse nazionale, la sanità manca anche dei servizi fondamentali”. “Fa più notizia Eni”. I componenti della commissione comunale ambiente e sanità si rivolgono direttamente all’assessore regionale Baldo Gucciardi. “E’ inaccettabile che in questa città – dicono Viriginia Farruggia, Giuseppe Ventura, Salvatore Farruggia, Maria Pingo e Crocifisso Napolitano – faccia molta più notizia, anche su tutta la stampa nazionale, una riconversione che è ben altro che operativa e che è solo funzionale alla campagna mediatica di Eni, nonché all’occupazione di gran parte dell’area Sin della raffineria così da dichiararla ancora in uso e non poter imporre le bonifiche del caso. E’ inaccettabile che faccia più notizia il corso di formazione Eni sulla sicurezza, rivolto ad operatori di tutti i siti industriali Eni del Paese, quindi con ricadute marginali sul territorio, piuttosto che una sanità allo sbando”. Allo stesso tempo, l’ospedale Vittorio Emanuele e gli altri presidi sanitari della città soffrono di enormi carenze. “Reparti che soffrono la carenza di personale – continuano – e per questo non possono espletare il servizio previsto, come i reparti di malattie infettive e medicina trasfusionale che sono destinati alla chiusura se non dimostreranno il numero delle utenze previsto. Liste infinite per l’assistenza alla disabilità per mancanza di centri convenzionati per il trattamento, soprattutto a livello infantile, per cui la prospettiva di miglioramento sarebbe elevata. In città è presente solo una struttura che fornisce questo servizio, ma non gli vengono riconosciuti i finanziamenti relativi al numero di utenza convenzionata, ma in ogni caso non sarebbe in grado di contenere l’elevato picco degli ultimi anni di bambini autistici, liste infinite per il riconoscimento delle disabilità agli anziani costretti a recarsi a Caltanissetta. Una situazione disastrosa, senza fare cenno alla mancanza di un reparto di degenza per l’oncologia, una cosa assurda se pensiamo a quanto dichiarato dal governo in merito al nostro territorio”.
Il caso di Luca Giudici. I consiglieri richiamano anche il caso (denunciato dalla nostra testata) del quarantunenne Luca Giudici. “Vittima non solo di uno stoma che lo tiene ormai da un anno lontano dal suo lavoro – dicono – ma soprattutto della carenza degli anestesisti che impone un operazione alla settimana presso il Vittorio Emanuele, per cui si procede per priorità, eppure i medici hanno dichiarato che sarebbe pronto all’intervento che gli garantirebbe il ritorno ad una vita normale e quindi alla rimozione del sacchetto delle feci legato allo stoma”. Per i consiglieri tutto ciò è anche frutto di una sanità che cede troppo facilmente alle volontà della politica. “La sanità – aggiungono – non può diventare funzionale ai consensi elettorali, noi non lo permetteremo. Da anni ormai si parla di Breast Unit, e continuiamo a farci prendere in giro da chi ci dice che sarà istituita al più presto. Poi ci viene detto che sarà una Breast unit di secondo livello, adesso basta! La Breast Unit è un reparto d’eccellenza! Né può esistere un tale sistema di secondo livello”.