Gela. Le imbarcazioni realizzate dalla sua azienda vengono vendute in tutta Europa. “Nautica service” dell’imprenditore Antonio Adragna ha un bacino di mercato che tocca territori sempre diversi. Tutto questo senza avere un’infrastruttura idonea. Il destino del porto rifugio, ancora oggi insabbiato e senza servizi, è un tema che si trascina nel tempo, senza troppe soluzioni. In questi giorni, Adragna e la moglie stanno partecipando alla fiera internazionale di Dusseldorf, in Germania. “E’ una delle più importanti a livello internazionale, sicuramente la maggiore in Europa – dice Adragna che fa parte del comitato pro-porto – c’è tutto quello che riguarda il mare, compresa la nautica. La nostra azienda continua a ricevere ordini importanti da Grecia, Spagna, Germania, Olanda e Paesi Bassi. Ogni anno, facciamo almeno due fiere internazionali. Saremo anche in Spagna e lo scorso anno siamo stati in Francia. Parteciperemo ad eventi in Italia. Negli ultimi giorni, abbiamo già ricevuto commesse da Belgio e Olanda. Potremmo incrementare e ampliare ma il contesto locale non ci aiuta. Le condizioni del porto ci inducono ad organizzare le prove in mare in altri siti. Per la prova su commessa di un acquirente greco abbiamo effettuato le attività in mare a Latina, dove abbiamo un nostro rivenditore. Le condizioni strutturali del porto e il contesto generale ci spingono a fare scelte di questo tipo”. Adragna è consapevole che ciò che non è stato fatto in questi anni per rendere fruibile il porto genera una perdita netta per la città. “E’ tutta economia che va via – sottolinea – se avessimo i pontili nel sito portuale, potremmo prevedere degli allestimenti fissi. Fino a quando il porto è stato fruibile, chi arrivava generava economia e un indotto. Acquistava nelle attività cittadine. Vale per il carburante così come per gli alimenti e per tutto il necessario. Il settore della nautica, più in generale tutto quello che ruota intorno al mare, genera inevitabilmente economia”.
L’azienda dell’imprenditore ha a regime dodici dipendenti. “Arriviamo a venti-venticinque – precisa – se consideriamo l’indotto, che comunque è tutto del territorio”. L’esempio di “Nautica Service” sembra proprio l’altra faccia di una medaglia che potenzialmente potrebbe aprire un settore profittevole e assicurare occupazione, ma che invece va continuamente a sbattere contro deficit enormi, in una città sul mare ma senza un porto fruibile.