Gela. “Non ci sono solo i drammatici casi di malformazione. Le emergenze sono anche da ricercare nella percentuale sempre maggiore di patologie mentali
e in un assetto sanitario che in città non sempre riesce a dare risposte ai bisogni”.
L’istituto di ricerca. Il sindaco Domenico Messinese e il suo vice Simone Siciliano sono chiari nel definire la direttrice portata avanti dalla giunta che, da qualche mese, collabora con il medico Antonio Rinciani, consulente a titolo gratuito proprio per conto dell’amministrazione. L’obiettivo continua ad essere quello di un istituto di ricovero e cura per le patologie da industrializzazione, un progetto da anni portato avanti proprio da Rinciani, tra i massimi esperti a livello infantile. “Continuiamo a raccordarci con Rinciani – dicono Messinese e Siciliano – quello dell’istituto di ricovero e cura è certamente un obiettivo molto difficile da raggiungere ma lo portiamo avanti, perché la città ne ha bisogno. Abbiamo avuto una serie di interlocuzioni con Rinciani e vogliamo che possa coadiuvarci anche rispetto ai piani di zona a livello sanitario. Non è possibile valutare con attenzione e tenere sotto stretta osservazione oltre duemila casi di patologie mentali, quando il Csm locale ha a disposizione pochissimi operatori”. La giunta, in un processo sicuramente non breve, non esclude interlocuzioni anche con Eni. “Non chiudiamo la porta a nessuno – concludono – con Eni la questione rimane aperta, anche in relazione all’istituto di ricovero e cura. Nessuno deve tirarsi indietro. La nostra giunta, da quando si è insediata, è riuscita ad entrare nei tavoli di verifica e chiederà ancora a gran voce che chi ha contratto un enorme debito con questa città debba comunque saldarlo. Di certo, l’intero sistema sanitario locale deve essere messo in grado di rispondere ad emergenze che sono sotto gli occhi di tutti”.