Gela. Questa mattina, in municipio, il sindaco Lucio Greco ha incontrato una delegazione di residenti delle zone non coperte da rete idrica. Da alcuni mesi, venuto meno l’apporto del Comune (in dissesto non può più garantire tariffe ridotte) si trovano a pagare fino a novanta euro per ogni fornitura a fronte degli iniziali venticinque euro. L’avvocato Greco ha spiegato che chiederà un incontro con Ati e Caltaqua. Il consiglio comunale non ha ancora varato il relativo regolamento proposto dagli uffici municipali. L’ostacolo, secondo i consiglieri, è legato proprio all’aumento delle tariffe per residenti che vivono in aree non raggiunte dalla rete e che sarebbero ulteriormente danneggiati, questa volta su un piano strettamente economico. Le conclusioni di Greco non convincono per nulla il presidente Ati Massimiliano Conti. Il sindaco di Niscemi teme una strumentalizzazione e chiama in causa proprio Greco. “Il sindaco di Gela prende in giro i propri cittadini, segnatamente i residenti delle zone fuori dal centro urbano, residenti che non dispongono di copertura del servizio idrico. Non è di competenza dell’Ati né tanto meno del gestore. Queste utenze – spiega Conti – sono a carico del Comune che deve rendere loro un servizio essenziale, con le proprie autobotti o tramite autobotti convenzionate con l’ente, abbattendo i costi con fondi comunali, come avveniva prima della sua amministrazione. Peraltro, il costo delle autobotti ha subito l’aumento di soli due centesimi per metro cubo, quindi per un autobotte di dieci metri cubi l’aumento è stato di appena dieci centesimi. La verità è che questi cittadini sono abbandonati dalla propria amministrazione, che peraltro tenta di addossare ad altri le proprie inefficienze”.
Negli ultimi giorni, Greco ha parlato di un’Ati “distante dalla città”, segnalando i tanti disservizi idrici. Per Conti, invece, il sindaco è fin troppo spinto dalla corsa elettorale. “La smetta di fare campagna elettorale sull’acqua – conclude Conti – la faccia sulle cose che ha realizzato, poche a detta dei gelesi”.