Gela. La loro è una vertenza aperta da anni. Nelle campagne locali e dell’intero comprensorio, mancano i servizi di base. Senza acqua, con le dighe mai in totale efficienza, con contrade rurali isolate e senza un’idonea viabilità, si aggiungono voci ancora più rilevanti. Gli agricoltori locali, giovedì mattina, inizieranno una protesta che avrà come punto di raccolta la zona di Ponte Olivo, a metà strada tra Gela e Niscemi, i polmoni di un settore che ancora oggi dà occupazione ma che soffre enormemente. La siccità ha rafforzato i mali di un organismo che rischia di cedere. Il gruppo degli agricoltori dell’associazione “Santa Maria” e quelli gelesi e non solo, sulla scia di quanto sta accadendo in altre zone dell’isola e del territorio provinciale, vogliono più attenzione. Si rivolgono alle istituzioni, che non hanno dato riscontri, in un territorio che non riesce a svilupparsi.
Le politiche liberiste dell’Unione europea tendono sempre più a favorire le multinazionali a danno di piccole e medie aziende. Mancano incentivi che possano risollevare un comparto fiaccato dall’aumento dei costi delle materie prime per la produzione. Gli operatori del settore temono che i campi possano svuotarsi ancor di più e lasciare spazio solo alla speculazione degli investimenti per la produzione di energia. I giovani si concentrano su altro oppure lasciano il territorio, in un’inesorabile scia di migrazione e abbandono.