Gela. Non ci sono i presupposti per la revoca del carcere duro imposto ormai da anni al boss sessantaseienne Antonio Rinzivillo. Sono state pubblicate le motivazioni rilasciate dalla Corte di Cassazione. Non è stato accolto il ricorso presentato nell’interesse di Rinzivillo, da sempre considerato punto di riferimento dell’omonima famiglia di Cosa nostra. Il tribunale di sorveglianza di Roma, competente in materia, con ordinanza dello scorso anno, aveva respinto il reclamo. Sia i giudici della sorveglianza sia quelli di Cassazione, ritengono che il sessantaseienne, ergastolano per svariate vicende compresi omicidi, senza le restrizioni del 41 bis potrebbe riallacciare rapporti e ricucire contatti per sostenere la famiglia di mafia. Secondo i magistrati romani, come riportato nelle motivazioni, “il Tribunale di sorveglianza si è, infatti, soffermato sulla attuale operatività della associazione mafiosa di appartenenza, l’omonimo clan, attivo — come dimostrato da recenti operazioni di polizia (tra le quali quelle convenzionalmente denominate «Druso\Extra Fines» e «Camaleonte ») e dai provvedimenti cautelari emessi dall’autorità giudiziaria — sul territorio di Gela, nonché sul rilevante ruolo assunto da Antonio Rinzivillo, condannato all’ergastolo per reati associativi, anche in materia di narcotraffico, per numerosi omicidi e per i connessi reati in materia di armi”.
Rinzivillo, inoltre, “non ha mai dato segni di dissociazione o allontanamento dalla cosca né risulta avere avviato un percorso di revisione critica del proprio vissuto delinquenziale ed è stato, piuttosto, coinvolto, nel 2017, in un ulteriore procedimento penale, nell’ambito del quale è stato condannato, con sentenza di appello del 16 marzo 2022, alla pena di venti anni di reclusione per avere svolto, in costanza di sottoposizione al regime detentivo differenziato, un ruolo qualificato in seno all’associazione mafiosa di appartenenza”, viene sottolineato nelle motivazioni dell’ordinanza. Per la difesa, invece, la posizione andrebbe valutata alla luce degli sviluppi che si sono determinati negli anni, dato che Rinzivillo è detenuto ininterrottamente da diverso tempo. Viene messo in dubbio, nel ricorso difensivo, che possano esserci ancora ipotesi di riattivazione di contatti criminali sul territorio. Sono ristretti al 41 bis anche due fratelli del sessantaseienne, Salvatore Rinzivillo e Crocifisso Rinzivillo.