Gela. I pm di Lecce hanno chiuso le indagini scattate dopo il ferimento, a Nardò, di un ventisettenne. Una presunta estorsione dietro all’azione di fuoco. Un colpo di pistola, lo scorso maggio, raggiunse Giovanni Calignano, che si trovava in pieno centro. Per quei fatti, in manette finirono anche due gelesi, da tempo residenti nel Nord Italia. Al quarantasettenne Angelo Caci, che avrebbe partecipato alla spedizione contro il ventisettenne, vengono contestati i reati di tentato omicidio e tentata estorsione aggravata dal metodo mafioso. Per il quarantaquattrenne Rocco Falsapela, invece, i magistrati ipotizzano solo la tentata estorsione. I due gelesi, in base a quanto ricostruito dagli investigatori, sarebbero arrivati a Nardò per dare manforte a Francesco e Giampiero Russo, a loro volta arrestati. L’obiettivo da colpire sarebbe stato proprio il ventisettenne Giovanni Calignano che si era messo a protezione di un commerciante al quale il gruppo degli arrestati avrebbe chiesto denaro, per una presunta messa a posto. Di tentata estorsione, comunque, rispondono anche Calignano e Giampiero Russo. Francesco Russo, invece, è accusato di tentato omicidio e tentata estorsione. Sarebbe stato lui, infatti, a sparare contro Calignano che, dopo un delicato intervento chirurgico, riuscì ad evitare conseguenze peggiori. Stando agli inquirenti, quella mattina del maggio dello scorso anno, furono Francesco Russo e Angelo Caci a seguire Calignano. Nell’indagine, è finita anche una donna cubana quarantaquattrenne che avrebbe coperto la breve fuga dei Russo e di Caci. Adesso, i magistrati pugliesi dovranno valutare l’eventuale richiesta di rinvio a giudizio.