Gela. “Il fatto non sussiste”. Con questa formula i giudici della Corte d’appello di Caltanissetta hanno deciso l’assoluzione per il presidente dell’associazione “Aria nuova” Saverio Di Blasi. È caduta l’accusa di diffamazione che gli veniva mossa a seguito di una denuncia sporta da un ex dirigente comunale. Stando alle contestazioni, durante un comizio di nove anni fa, Di Blasi avrebbe definito “ladro” proprio l’allora dirigente, citando somme riconosciute a lui e ad altri funzionari municipali che però fecero partire verifiche della Corte dei Conti. Una vicenda riferita da Di Blasi anche sul social Facebook. L’ipotesi relativa al canale social era già venuta meno in primo grado. In appello invece la difesa, sostenuta dal legale Salvo Macrì, ha spiegato che in realtà non ci fu diffamazione neanche nel caso del comizio. Di Blasi, è stato indicato, non pronunciò mai gli epiteti riferiti nella denuncia e il difensore ha insistito per valutare l’audio di un video che venne registrato. I giudici lo hanno analizzato.
È stato fatto rilevare dal legale, infine, che durante quel comizio l’allora dirigente era presente e quindi pure su questa base non sono stati individuati gli estremi della diffamazione. Quella di Di Blasi fu una ricostruzione della vicenda, fatta in pubblico, in realtà comunque riferendosi all’intero accadimento delle somme riconosciute a dirigenti e funzionari dell’ente comunale, senza un attacco a chi poi decise di denunciarlo.