Gela. Due anni fa la decisione favorevole della commissione tributaria provinciale, che dispose il pagamento di Imu e Tasi da parte di Eni in favore del Comune. Un totale di circa dodici milioni di euro per i tributi dovuti alla presenza, lungo la costa locale, delle piattaforme Enimed “Prezioso”, “Gela mare” e “Perla”. La decisione fu impugnata dai legali della multinazionale. Adesso, però, anche la Corte di giustizia tributaria ha dato ragione a Palazzo di Città, costituito con l’avvocato Alessandro Dagnino. Eni deve pagare le somme, ingenti per le casse del municipio ora in dissesto. Una pronuncia che arriva mentre prima di fine anno l’Ars ha deliberato la norma che consentirà a Palazzo di Città di incassare le royalties del progetto “Argo-Cassiopea”, uno dei più importanti per l’estrazione di gas in mare, sempre nella programmazione di Eni per gli investimenti sul territorio. “Riprendendo i punti salienti della prima sentenza favorevole al Comune, i giudici tributari hanno rilevato che le piattaforme petrolifere “sono classificabili nella categoria D/7”, che in mancanza di una rendita catastale questa si deduce dal valore iscritto nel bilancio e che il Comune ha il potere di tassare le petroliere in quanto “sull’intero territorio dello Stato, ivi compreso il mare territoriale, convivono e si esercitano i poteri dello Stato contestualmente ai poteri dell’Ente regione e degli Enti locali”. Inoltre, i magistrati hanno sottolineato come “le speciali esigenze di un’attività industriale che, per quanto produttiva di indubbi e fondamentali riflessi sull’economia generale e sulle scelte energetiche nazionali, risponde purtuttavia ai criteri tipici dell’imprenditoria privata”, riporta in una nota l’avvocato Dagnino.
Già in primo grado, non era bastato il riferimento alla nuova Impi sulle piattaforme, avanzato da Enimed, per esentare dai pagamenti sul biennio 2016-2018. Il primo varco amministrativo si aprì con la giunta Fasulo, quando l’allora consigliere comunale Giacomo Gulizzi portò in aula proprio la proposta per la riscossione dei tributi sugli immobili da imporre anche alle piattaforme della multinazionale.