Gela. Il mese in corso sarà crocevia forse decisivo per le sorti dell’agorà politica partita per tentare l’alleanza tra progressisti, civici e moderati. La prossima settimana è previsto un nuovo incontro, che segue quelli prefestivi. L’esigenza prioritaria sembra già delineata. “Bisogna fare in fretta e individuare il candidato a sindaco, condiviso da tutti, entro fine gennaio – spiega l’ex vicesindaco Terenziano Di Stefano – per noi, è una scadenza che non può andare a vuoto. Altrimenti, si rischia di far prevalere la fretta e di imporre scelte che sono appunto figlie della necessità e onestamente a noi non interessa una soluzione di questo tipo”. Di Stefano e il progetto civico (“Una Buona Idea” e “Civico lab”), già agli albori del possibile cammino comune con l’alleanza in costruzione, hanno rimarcato proprio un fattore su tutti, quello di presentarsi alla città, con un volto definito e con un candidato che faccia da garante dell’intera coalizione. Si deve però finalizzare entro fine mese. “Non penso che si possa attendere ulteriormente – precisa ancora l’esponente civico – dobbiamo presentarci alla città e parlare dei temi che sono di stringente attualità. Non dobbiamo piangerci addosso. Le risorse per dare risposte alla città ci sono. Mi riferisco alla marea di fondi che arrivano dalle compensazioni, dalle royalties ma anche da linee di finanziamento come “Qualità abitare” che da aprile aprirà i cantieri. Con il dissesto non si può sperare nel bilancio ordinario”. Per Di Stefano, il pressing è essenziale e così chiudere il cerchio sull’alleanza e sul candidato. “Fino a quando non ci saranno candidati ben definiti e collocati nei rispettivi contesti – aggiunge – tanti non si schiereranno. Per esperienza, posso dire che molti aspettano sempre di capire quali saranno i candidati, prima di scegliere se sostenere una coalizione”. Per l’ex numero due della giunta, comunque, il concetto non cambia.
“Candidati precostituiti non ce ne sono – conclude – noi siamo pronti a dare il nostro contributo e non abbiamo mai preteso una candidatura. Se qualcuno si sente già candidato, è chiaro che spetta ai partiti dirimere. Hanno onori e oneri e mi riferisco al Pd, al Movimento cinquestelle e ad Italia Viva, che al momento siedono tutti intorno allo stesso tavolo. Se non si concretizzerà con un nome unitario, il rischio è che usciranno fin troppi candidati a sindaco”.