Gela. Le sue condizioni di salute sarebbero gravemente peggiorate e, per questa ragione, il sessantunenne Rosario Caci ha chiesto di poter ottenere una misura alternativa al carcere.
Le sue condizioni peggiorate. Gli investigatori lo ritengono un esponente di spicco di cosa nostra gelese in Liguria. Ha riportato diverse condanne, soprattutto per reati legati allo sfruttamento della prostituzione e alle estorsioni. I suoi legali, anche davanti ai giudici del tribunale di sorveglianza di Torino, avevano già sottolineato la necessità di garantirgli una misura diversa dalla detenzione, di modo da consentire l’avvio di un percorso sanitario e di cura. Richieste respinte dai giudici. I magistrati hanno ritenuto che Caci si già sottoposto a cure in carcere che comunque permetterebbero di monitorare il suo stato di salute. I legali di difesa, però, si sono rivolti anche ai giudici della Corte di Cassazione che, a loro volta, hanno respinto il ricorso. La difesa ha sottolineato, tra le altre cose, l’avvio di un percorso collaborativo da parte di Caci che avrebbe già rilasciato importanti dichiarazioni in un’indagine coordinata dai pm della Direzione distrettuale antimafia di Caltanissetta.