Gela. Spari contro un’abitazione di via Ivrea. Per gli inquirenti, si sarebbe trattato di un’intimidazione ai danni del giovane Graziano Romano. La verifica di bossoli e proiettili. A partecipare all’azione, ci sarebbe stato anche un suo coetaneo. A processo c’è Igland Bodinaku, albanese da anni residente in città. Dopo pochi mesi, proprio Bodinaku venne ferito da colpi di pistola esplosi dallo stesso Romano, attualmente sotto processo per tentato omicidio. Graziano Romano è stato chiamato a testimoniare, davanti al giudice Lirio Conti, nel dibattimento contro Bodinaku. Il giovane, però, ha scelto di non rispondere alle domande. In aula, sono stati sentiti anche i carabinieri che parteciparono alle indagini. Quelli del Ris di Messina hanno confermato che i sei bossoli e i quattro proiettili ritrovati nei pressi dell’abitazione di via Ivrea sono stati esplosi da un’unica pistola. Per gli inquirenti, sarebbe quella usata dal gruppo di fuoco, entrato in azione nell’aprile di tre anni fa, del quale avrebbe fatto parte anche Igland Bodinaku. Nel procedimento, parte civile è la madre di Romano, rappresentata dall’avvocato Carmelo Brentino. Bodinaku, invece, è difeso dagli avvocati Carmelo Tuccio e Flavio Sinatra.