La lite con un coetaneo e poi la spedizione punitiva del “branco”, dodicenne vittima di un pestaggio

 
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Gela. Uno screzio all’interno dei cortili dell’oratorio, probabilmente qualche parola di troppo tra adolescenti. Una lite banale, come ce ne sono tante tra ragazzini, che però ha fatto scattare una vera e propria spedizione punitiva ai danni di un dodicenne ad opera di un gruppo di ragazzi più grandi.

Calci, pugni e sputi a raffica per “punire” l’offesa all’amico, le botte per lavare l’onta ricevuta attraverso la prevaricazione del “branco”, nel più classico dei clichè da strada, che purtroppo i ragazzi apprendono già da giovanissimi.

È così sabato pomeriggio il ragazzino, la cui famiglia di origini africane vive e lavora da tempo in città, si è trovato a dover rendere conto ad un gruppo di tre o quattro ragazzi più grandi, della discussione con un suo coetaneo avvenuta qualche giorno prima

Al branco però non sono bastati i silenzi e poi le scuse del ragazzo. Prima lo hanno seguito per le vie del quartiere, insultandolo e ricoprendolo di sputi e poi, in un viottolo più isolato, sono passati alle vie di fatto, colpendolo più volte al volto e al corpo con calci e pugni, finché la vittima è riuscita a scappare via.

Una volta a casa, dopo aver raccontato quanto accaduto alla madre, per il piccolo sono state necessarie le cure del Pronto Soccorso. Per lui diversi punti di sutura per rimarginare le ferite al volto.

Oggi il ragazzino sta meglio, ma la madre adesso ha paura di farlo rientrare a scuola o all’oratorio per paura che venga di nuovo preso di mira dai bulli.

Su quanto accaduto indagano i Carabinieri. Probabilmente verranno acquisiti i filmati delle videocamere, della zona. I responsabili, pare tutti minorenni, sarebbero già stati individuati.

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