Gela. Le difficoltà strutturali rimangono invariate così come le tante falle che incidono ancor di più sul comparto agricolo locale. Al Consorzio di bonifica, però, almeno sul piano delle retribuzioni, si è aperto un varco. Sono state pagate le mensilità arretrate, fino a novembre. “Da quello che abbiamo potuto appurare – spiega il segretario provinciale della Flai-Cgil Giuseppe Randazzo – non dovrebbero esserci particolari problemi neanche per la mensilità di dicembre e per la tredicesima”. Il sindacalista, al pari dei dipendenti dell’ente, è però già consapevole che “dal 2024 ripartirà tutta la solita trafila”. Sempre più spesso, infatti, ritardi burocratici e tempi lunghi per i bilanci, fanno slittare per mesi i pagamenti dovuti ai dipendenti che si trovano ad operare senza retribuzioni per lunghi lassi di tempo. “Finché non muterà il sistema delle semestralità – aggiunge Randazzo – ci troveremo costantemente davanti alle stesse emergenze. Speriamo inoltre che dalla riforma possano scaturire variazioni importanti, anche se al momento ci prepariamo già alla prossima vertenza. Difficilmente le cose cambieranno”. La crisi profonda del Consorzio locale, segnalata pure nel corso del recente incontro con il commissario, è figlia di un percorso molto accidentato.
L’accorpamento stabilito a livello regionale non ha generato effetti favorevoli. Il personale, che necessiterebbe di un rafforzamento, non riesce a garantire tutte le attività nelle aree rurali, già segnate da una costante carenza idrica. Le dighe del territorio avrebbero bisogno di un’ampia iniziativa volta a renderle veramente efficienti. Senza un’erogazione costante, tante aziende sono andate in affanno e il settore ne risente. Così come pare penalizzato inoltre da un sistema di reti poco al passo con i tempi: i guasti sono una regola fissa. Nelle scorse settimane, su iniziativa del vicepresidente Ars Nuccio Di Paola, è passato il contributo da circa duecentomila euro destinato al Consorzio locale. Segue quello dello scorso anno da circa cinquecentomila euro ma che risultò poi assorbito prevalentemente dalle pendenze finanziarie dell’ente di via Marconi.