Gela. Le difese, in aula, hanno insistito per l’assoluzione, ritenendo assenti elementi di responsabilità a carico degli imputati. Il giudice Fabrizio Giannola ha accertato invece l’intervenuta prescrizione. Si è chiuso così il giudizio a carico di dirigenti e funzionari comunali, accusati di omissioni rispetto al pontile sbarcatoio sul lungomare, da anni ormai in condizioni sempre più precarie. Erano a processo gli ex dirigenti comunali Giovanni Costa ed Emanuele Tuccio (entrambi in pensione) e i funzionari Santi Nicoletti e Raffaella Galanti. Gli imputati, in periodi differenti, secondo i pm si occuparono della vicenda, attraverso la guida del settore lavori pubblici. Producendo atti ufficiali e delibere, le difese hanno invece insistito sull’assenza di un collegamento diretto tra l’attività amministrativa svolta dagli imputati e i fatti che hanno interessato la struttura, a maggior ragione dopo il sequestro giudiziario del maggio 2015.
I legali hanno inoltre prodotto una sentenza emessa dal gup del tribunale, sempre per fatti analoghi, e che la scorsa estate sancì l’assoluzione di dirigenti regionali e comunali. L’attenzione dei pm si pose sui presunti adempimenti che non sarebbero stati garantiti dalla burocrazia del municipio. Si ritenne che in questo modo ci sia stato un degrado strutturale maggiore dell’ex pontile, il cui destino ancora oggi è avvolto nell’incertezza. Sarebbero mancate le misure per la messa in sicurezza. Anche in questo caso, le difese hanno contestato la ricostruzione. In aula, l’accusa è stata sostenuta dal pm Gesualda Perspicace. Gli imputati sono rappresentati dagli avvocati Giacomo Ventura, Feliciana Ponzio e Rita Calò.