Gela. Travolta da un potente Yamaha T-Max 500, lungo un tratto del lungomare Federico II di Svevia. L’incidente sul lungomare. La quarantenne Aurelia Triberio, alcuni giorni dopo quel violentissimo impatto, morì all’ospedale Villa Sofia di Palermo dove era stata trasferita. Adesso, è arrivata la condanna per il giovanissimo centauro, accusato di omicidio colposo. Un anno e otto mesi di reclusione, con pena sospesa, per il ventenne Salvatore Murana. In base alle accuse mosse dai magistrati della procura, il giovanissimo avrebbe perso il controllo del mezzo, probabilmente anche a causa dell’alta velocità. Aurelia Triberio venne travolta mentre percorreva quel tratto del lungomare Federico II di Svevia, impegnata nel jogging domenicale. La difesa dell’imputato, sostenuta dall’avvocato Salvatore Ciaramella, ha optato per il rito abbreviato davanti al giudice dell’udienza preliminare Paolo Fiore. Il legale ha cercato di ripercorrere quanto accaduto quella tragica mattina sul lungomare. Murana, infatti, ha sempre sostenuto di non aver effettuato manovre pericolose. Una linea diversa da quella portata avanti dai magistrati della procura che hanno chiesto, appunto, la condanna. I familiari della legale morta si sono costituiti parte civile, con l’avvocato Giacomo Ventura che ha chiesto la condanna dell’imputato. Ai familiari è stato riconosciuto il diritto al risarcimento dei danni, che verrà determinato in sede civile. Il giudice ha disposto, sempre a carcio del centauro, la sospensione della patente per un anno.