Gela. Un dissesto “dichiarato troppo tardi” e prospettive di sviluppo che non sembrano a portata di mano. Il presidente del centro studi “Aldisio”, l’avvocato Calogero Giardina, fa un bilancio tutt’altro che roseo davanti ad uno stato di fatto, in città, sempre più stagnante. “La tardiva dichiarazione del dissesto finanziario, purtroppo inevitabile, ripropone in tutta la sua drammaticità la storia di una città che sta vivendo un lento declino non solo economico ma anche socio-culturale. Questo provvedimento rappresenta l’amara conferma della sconfitta della classe politica e amministrativa della nostra città – spiega – il culmine di un’inadeguata e inefficiente gestione della cosa pubblica. Se volessimo analizzare le cause e gli effetti del provvedimento del dissesto, non potremmo non evidenziare dati che dimostrano lo stato di sofferenza e deficit finanziario di molti comuni del sud d’Italia, sintomo chiaro di una sempre attuale questione meridionale. Dall’altro lato, ciò che risulta incontestabile è che Gela, tra royalties e investimenti Zes, rappresenta il territorio in cui lo Stato ha impegnato più risorse pubbliche che altrove, nel Mezzogiorno. In questa situazione paradossale, è innegabile la mancanza di un piano economico sostenibile e realizzabile per la città, parallelo ed alternativo allo sviluppo industriale. La città ha ceduto il posto di quinta della Sicilia a Marsala, superata anche da Ragusa, vedendo partire ogni giorno con viaggio di solo andata tanti giovani, famiglie e figli di questa terra che cercano lavoro e successo altrove”. Se ripartenza potrà esserci, secondo Giardina, dovrà avere come base ciò che il territorio offre, sempre che ci sia la capacità politica di seguire questa via.
“Di fronte a questo quadro, possiamo e dobbiamo coltivare la speranza di invertire la rotta. Agire con senso di responsabilità e appartenenza verso la nostra storia e la nostra comunità, ripartire dalla valorizzazione del nostro patrimonio – continua il professionista – archeologico e paesaggistico. Puntare decisamente su un processo di riconversione e transizione energetica”. Il presidente del centro studi “Aldisio” cita l’esempio di “Generazione Gela” e la necessità di non cedere per avere finalmente l’avvio di “Macchitella Lab” e ancora del Museo del mare. “Siano da volano per la ripresa socio-economica e culturale della città”, dice inoltre. Il centro studi sostiene la petizione e il manifesto lanciati da “Generazione Gela”. “Con caparbietà sta scuotendo la vita pubblica”, precisa. “Invitiamo la classe politica attuale a procedere ad una seria valutazione delle cause del dissesto, a fronteggiare le difficoltà e a convertirle in un’opportunità per un rilancio economico e sociale del nostro territorio. Dall’altro lato – conclude – la partecipazione attiva all’interno della vita democratica, secondo il modello proposto dal gruppo “Generazione Gela”, rappresenta l’antidoto fondamentale contro l’indifferenza e l’inerzia in una comunità che sembra rassegnata a subire passivamente le situazioni avverse e i problemi, credendo che non ci sia alcuna possibilità di cambiamento”.