La sfiducia alla Ascia, lei ribatte: “Non è prevista ma arriverà in aula…non vogliono una donna alla presidenza”

 
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Gela. La richiesta di revoca del presidente del consiglio comunale da discutere in aula? “Lo statuto comunale non è stato aggiornato”. “Lo statuto del nostro ente – dice proprio il presidente Alessandra Ascia – non è stato aggiornato in base a quanto stabilito, invece, dalla legge regionale. Bisognava farlo entro novanta giorni dall’entrata in vigore della norma regionale. Di conseguenza, non è applicabile al nostro ente. Quanto dichiarato dal consigliere comunale Giovanni Panebianco, che mi ha accusata di violare la legge regionale, è frutto di una tendenza a  parlare di una legge ignorandone il contenuto”. Il presidente Ascia, la cui revoca è stata chiesta ufficialmente da quattro consiglieri comunali, compreso lo stesso Giovanni Panebianco, è comunque intenzionata a discuterla in aula. “Per senso di responsabilità e per il rispetto verso le istituzioni – dice ancora – porterò la richiesta in aula anche se priva di effetti di legge. E’ l’unica sede dove potersi confrontare”.

“C’è chi non gradisce la presidenza di una donna”. L’esponente del Partito Democratico, comunque, non esclude che dietro a quanto sta accadendo ci sia anche altro. “C’è una tendenza ad addossarmi la responsabilità per ogni vicenda che riguardi il consiglio comunale o, addirittura, i mali dell’amministrazione – conclude – in questo modo, si tende a nascondere i veri problemi della città. Avverto, inoltre, comportamenti antifemministi, messi in atto, probabilmente, da chi non sopporta che una donna, per la prima volta nella storia di questa città, guidi l’assise civica”.  

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