Gela. Nel perimetro del centrosinistra locale, il patto progressista-civico sta facendo passi in avanti, trascinato dalle costanti interlocuzioni tra grillini, dem ed esponenti di “Una Buona Idea” e “Civico lab”. Agli albori, in consiglio comunale, l’esperimento era stato l’intergruppo “Unità progressista”, del quale fa parte l’indipendente Paola Giudice. Il consigliere, pur dicendosi interessata a sviluppare un percorso comunque parallelo, di recente ha declinato la proposta di un’adesione al Movimento cinquestelle, avanzata dal coordinatore regionale Nuccio Di Paola. “Non ho partecipato ai recenti incontri – dice – perché non faccio parte del Movimento cinquestelle, del Pd oppure di “Una Buona Idea” e “Civico lab”. Anche io sono interessata allo sviluppo di quest’area politica, a partire da un programma che non sia un libro dei sogni. Bisogna costruire su piccole cose e partendo dal presupposto di un Comune in dissesto finanziario. E’ inutile illudere i cittadini”. Anche il consigliere Giudice, comunque, è consapevole che a breve bisognerà fare delle scelte. “Siamo quasi a dicembre – continua – la fase delle scelte si avvicina e tutti devono scegliere dove andare. Sono dell’idea, l’ho già detto, che civismo non significa strabismo. Non si può guardare a destra e poi a sinistra, per decidere dove sia meglio sedersi”. In consiglio comunale, il vicepresidente dell’assise continua a muoversi attraverso azioni istituzionali, spesso concordate con la grillina Virginia Farruggia e con l’esponente di “Rinnova” Alessandra Ascia (entrambe di “Unità progressista”). Su un fronte strategico, con obiettivo le amministrative del prossimo anno, Giudice e il suo gruppo non si sono ancora sbilanciati.
“Nei prossimi mesi non potrà mancare una forte attenzione sull’evolversi della situazione legata al dissesto del Comune – dice inoltre – è inutile interrogarsi sulle scelte nazionali di Meloni o Schlein. Bisogna guardare alla città. Il Movimento cinquestelle sta agendo, a livello locale, come baricentro di una possibile coalizione. E’ giusto che sia così. E’ l’unico partito dell’area progressista ad avere parlamentari nazionali e regionali del territorio. E’ altrettanto normale che stia sviluppando una serie di interlocuzioni. Il Pd? Prima di tutto dovrebbe fare chiarezza al proprio interno”. Giudice non ha mai nascosto forti perplessità rispetto soprattutto alle mosse dei dem, anche nell’ottica dei rapporti tra il partito e aree come quella che si rifà all’ex parlamentare Ars Miguel Donegani, leader del laboratorio “PeR”, o al componente della direzione nazionale Peppe Di Cristina.