Gela. Per il momento, non è all’ordine del giorno del prossimo consiglio comunale, già fissato per giovedì 9 febbraio.
Lo statuto o la legge regionale? La richiesta di revoca del presidente dell’assise civica Alessandra Ascia fa ancora discutere a Palazzo di Città. Per la stessa esponente del Pd, la richiesta di revoca non può essere inserita all’ordine del giorno. Verrebbe violato quanto previsto dallo statuto comunale che non indica ipotesi di eventuali revoche politiche del presidente dell’assise civica. Alessandra Ascia lo ha ribadito anche durante la conferenza dei capigruppo di questa mattina, sottolineando la necessità di acquisire i necessari pareri legali prima di decidere. Una linea che, però, non convince affatto uno dei firmatari della richiesta, il consigliere centrista Giovanni Panebianco. “Non capisco perché la richiesta di revoca del presidente Ascia non possa essere inserita all’ordine del giorno – dice – non lo prevede lo statuto comunale? La legge regionale sugli enti locali è chiara. E’ un procedimento previsto dalle norme regionali che prevalgono sullo statuto. Quanto accaduto con la firma apposta sulla richiesta di sfiducia al sindaco Domenico Messinese, portata avanti dai cinquestelle, incide sulla sua stessa imparzialità”. Per Panebianco, inoltre, i dubbi della Ascia si scontrerebbero con quanto accaduto negli ultimi mesi. “Il presidente del consiglio vuol dare priorità allo statuto comunale – continua – ma come mai questa sua posizione non è emersa quando abbiamo provveduto a scegliere il nuovo revisore dei conti, con un sistema non previsto dallo statuto, oppure davanti a capigruppo che non avrebbero neanche il diritto di essere riconosciuti come tali dato che lo statuto non consente la presenza in aula di gruppi con un numero inferiore a tre consiglieri, qualora non abbiano rappresentanze nazionali o regionali. Come mai, davanti a queste vicende, il presidente Ascia non richiama le norme dello statuto ma lo fa solo per non far arrivare in aula la sfiducia politica presentata nei suoi confronti?”.