“Controlli fiscali sbagliati”: Nessuna maxi evasione, assolto imprenditore

 
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Gela. Accertamenti fiscali sbagliati e un processo che, alla fine, si è concluso con la totale assoluzione dell’imprenditore Cosimo Marrale. Il titolare dell’azienda Marcal, infatti, era finito davanti al giudice Manuela Matta per rispondere di una presunta maxi evasione fiscale relativa alle dichiarazioni presentate oramai nove anni fa.

Stando all’accusa, l’imprenditore avrebbe cercato di evadere il fisco soprattutto sul fronte delle forniture di calcestruzzo assicurate ai cantieri che, intanto, erano stati avviati per la costruzione dell’albergo voluto dal gruppo Peretti lungo la statale 117 bis. Invece, niente di tutto questo.
“Assolto perché il fatto non sussiste”: così recita il contenuto del breve dispositivo letto in aula dal giudice Matta a conclusione di un lungo procedimento penale.
“Il nostro cliente – hanno detto gli avvocati difensori dell’imputato – si è trovato sotto accusa dopo una serie di evidenti errori commessi dallo Stato e, ancora, da chi si è occupato degli accertamenti fiscali. Semplici voci di bilancio sono state scambiate per stratagemmi con i quali evadere il fisco. Il signor Marrale avrebbe potuto optare per la prescrizione, dato il tempo passato. Noi, invece, ci abbiamo rinunciato perché vogliamo che si dia prova piena della sua innocenza”.
Il gruppo condotto da Cosimo Marrale finì sotto la lente d’ingrandimento degli investigatori oramai sette anni fa. Per tre mesi, i finanzieri effettuarono controlli sui conti dell’azienda. Proprio da quegli accertamenti scaturì l’inchiesta conclusasi davanti al giudice Matta.
“Nei confronti dell’imputato – hanno spiegato i due difensori – sono stati compiuti diversi errori, alcuni veramente grossolani. In questo modo, si è messa in discussione la reputazione di un’impresa tra le poche ancora in grado d’investire in città”. Davanti all’evidenza di accertamenti comunque erronei, è stato lo stesso pubblico ministero Giampiero Cortese a chiedere l’assoluzione di Marrale. Una linea che, alla fine, è stata seguita dal giudice Manuela Matta. In aula, inoltre, i legali dell’imprenditore sono riusciti a provare che i materiali indicati nelle fatture ritenute sospette vennero effettivamente utilizzati per la realizzazione del progetto edilizio del gruppo Peretti.
Nessuna maxi evasione fiscale, quindi, ma solo verifiche effettuate, forse, in maniera poco attenta. Per questa ragione, i legali dell’imputato hanno sempre escluso la possibilità di accettare l’eventuale prescrizione dei reati.

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