Gela. L’ordinanza che ridimensiona ulteriormente la possibilità di ingresso ed uscita dal porto rifugio, adesso limitata ai soli natanti con pescaggio non superiore agli 0,50 metri, viene
sostenuta dal gruppo locale degli ormeggiatori e barcaioli.
“Hanno rivolto lo sguardo in altre direzioni”. Ad alzare ulteriormente i toni dell’intera vicenda è il presidente Vincenzo Casciana. “Abbassare ulteriormente i limiti operativi del porto è l’unico atto coraggioso che si poteva compiere. Per anni, molti hanno rivolto lo sguardo altrove – dice – si pensava, erroneamente, che il tempo potesse sistemare le cose. La chiusura del porto è l’unico atto concreto che si poteva compiere. Così, chi si è intestato la risoluzione del problema, inizierà a guardare la realtà. Un’ordinanza che non dice nulla di nuovo se non rendere ufficiale, se qualcuno ancora facesse finta di non aver sentito, il problema manifestato da tempo dai servizi tecnico nautici che hanno raddoppiato i loro costi di gestione per garantire la sicurezza del terminal e delle piattaforme petrolifere, gestendola in molti casi dai porti più vicini”. Insomma, per i barcaioli il provvedimento firmato dal comandante della capitaneria di porto Pietro Carosia certifica l’anno zero del sito, probabilmente favorito da tante inefficienze, soprattutto politiche e amministrative. “Non dimentichiamo la sofferenza e l’enorme difficoltà che i pescatori vivono e la morte definitiva dei cantieri rimasti – continua Casciana – quest’ordinanza, se da una parte è la conseguenza di un problema mal gestito o non gestito per nulla se non a mezzo di proclami sterili; dall’altra, spero, farà tuonare le coscienze così da ripartire da fatti concreti, da azioni responsabili tese allo sviluppo. Una parte delle istituzioni locali non comprenderà la scelta e, anzi, la condannerà. Ma per condannare qualcosa, per criticarla, occorre conoscerla, aver mostrato interesse, aver programmato misure alternative al nulla”.
“Perse le autorità portuali…che fine ha fatto l’area logistica?”. Il gruppo dei barcaioli e ormeggiatori, quindi, non trascura le possibili responsabilità politiche, ad iniziare dall’isolamento della portualità locale. “Forse, qualcuno ha dimenticato quando, solo qualche tempo fa – dice – lo sconforto e la delusione di tutta la città si manifestarono con l’esclusione del sito locale dalle autorità portuali. Per giustificare quest’ennesima sconfitta e sconfessarla, venne dichiarato che l’area portuale era stata inserita all’interno di un progetto ambizioso, la prima area logistica portuale integrata della Sicilia sud orientale. Parole, a pensarci adesso, manifesto di una morte annunciata che si voleva tacere o, comunque, nascondere. Parole che stridono con la realtà, con i fatti che non si possono più nascondere come la polvere sotto il tappeto”. Così, gli operatori chiedono interventi immediati.
Il vicesindaco punta ancora sul rilancio del sito. Negli scorsi giorni, però, di ritorno da una serie di vertici romani, il vicesindaco Simone Siciliano si è comunque dimostrato fiducioso rispetto alle procedure di interveto sul porto rifugio. “L’istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale – ha spiegato – ci ha rassicurati che nel giro di pochi giorni verrà emesso il parere per il piano di caratterizzazione dei sedimi del porto rifugio, in modo da avviare subito dopo la caratterizzazione e finalmente il cantiere per il dragaggio. Una buona ed attesa notizia per il settore della pesca. A giorni, saremo al tavolo per l’area logistica integrata con Augusta, Catania e Messina. Si pianificheranno gli investimenti per la rete portuale del Mediterraneo, di cui Gela è entrata a fare parte”. Sicuramente, due facce di medaglie del tutto diverse.
Il gruppo di lavoro convocato in Comune. Intanto, già lunedì mattina, si riunisce nuovamente il gruppo di lavoro sul porto rifugio, istituito in Comune. Il presidente del consiglio comunale Alessandra Ascia ha già convocato il comandante della capitaneria di porto Pietro Carosia, il sindaco e il presidente della Regione Rosario Crocetta. Gli stessi operatori sono in stato di agitazione.