Dissesto, progressisti attaccano: “Centrodestra si rifà verginità politica, era con Greco”

 
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Giudice, Farruggia e Ascia

Gela. Hanno governato insieme al sindaco Lucio Greco ma hanno preso le distanze dal dissesto e ieri non erano neanche in aula consiliare al momento del voto. È questo l’identikit tracciato dai consiglieri progressisti. Non accettano strategie volte a nascondere il recente passato politico di tanti che dopo Greco hanno optato per l’opposizione. “A volte nella politica locale sembra di essere su “Scherzi a parte” e così soggetti politici che hanno per un lungo periodo amministrato la città con l’attuale sindaco vorrebbero smarcarsi e costruirsi una verginità a discapito della città. È il caso di una parte delle formazioni di centrodestra che si è espressa pesantemente sulle responsabilità dell’attuale amministrazione rispetto alla crisi finanziaria che stiamo vivendo, dimenticando, o facendo finta di dimenticare, che quelle responsabilità loro le condividono avendo espresso assessori e avendo votato atti durante il governo Greco”, dicono i consiglieri Virginia Farruggia, Paola Giudice e Alessandra Ascia.

Sono proprio loro, invece, a rivendicare il “titolo” di opposizione intransigente. “Opposizione intransigente è quella che è stata seduta coerentemente su quei banchi dal primo momento, esattamente dove è stata collocata dagli elettori. Così come un plauso va a quelle forze che hanno governato e, mettendoci la faccia, sono rimaste in aula sulla discussione di un atto così importante. Facile e comodo – continuano – abbandonare la nave quando sta affondando,. È anche legittimo cambiare schieramento politico, ognuno di noi risponde al proprio elettorato ma non basta cambiare simbolo di partito o casacca, saltando dalla maggioranza all’opposizione, per rifarsi una verginità politica. La differenza è che noi abbiamo dovuto prendere atto del dissesto come un dato di fatto che la legge ci impone altri, amministrando, hanno contributo a crearlo e adesso giocano a nascondino”. Ieri sera, al momento del voto sulla dichiarazione di dissesto, i tre consiglieri progressisti sono rimasti in aula, astenendosi.

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