Gela. La dichiarazione di dissesto appena varata dal consiglio comunale è il punto finale di una crisi finanziaria concretizzatasi, numeri alla mano, ormai un anno fa. Per mesi, a Palazzo di Città sono stati fatti tentativi di andare avanti verso un piano di riequilibrio che però alla fine non ha visto la luce. “Erano due le misure previste dalla Corte dei Conti – ha spiegato il sindaco Lucio Greco al termine della seduta di questa sera – nostro malgrado abbiamo dovuto procedere con il dissesto, a causa di un disavanzo pesante non causato da questa amministrazione. Chi ci accusa strumentalmente di aver prodotto il dissesto, lo fa sapendo di mentire. L’enorme indebitamento lo abbiamo ereditato. Escludo categoricamente qualsiasi nostra responsabilità”. Per Greco, che ha sempre ribadito di voler andare avanti fino alla scadenza del mandato, ci sono priorità irrinunciabili. “Dobbiamo ripartire – ha precisato – di modo da ricostituire gli equilibri di bilancio e arrivare ad uno strumento finanziario finalmente riequilibrato. Anzitutto, su nomina ministeriale, si insedierà la commissione straordinaria di liquidazione che si occuperà delle pendenze per il 2021 e per gli anni pregressi. Per quanto riguarda il 2022, invece, rimangono in capo all’amministrazione. Abbiamo fatto un lavoro certosino purtroppo in un clima politico pesante che non avremmo mai immaginato”. Le linee di finanziamento e i progetti non possono rimanere indietro. “Dobbiamo proseguire e avviare i cantieri per quei progetti che ancora attendono di partire – ha continuato – non ci siamo mai risparmiati e continueremo a lavorare in questa direzione. Procederemo con le gare. Abbiamo sempre lavorato con scienza e coscienza”.
L’avvocato invece ha tagliato corto su un possibile percorso verso una ricandidatura. “Non è la serata giusta per parlare di Greco bis o di candidature – ha concluso – continuiamo a lavorare. Ci sono ancora tanti mesi prima delle elezioni. Abbiamo la priorità di portare avanti l’attività amministrativa nonostante le difficoltà. Abbiamo dovuto superare tante criticità. Il momento difficile avrebbe dovuto suggerire un comportamento politico diverso a chi ancora adesso, strumentalmente, ci accusa di aver causato il dissesto”.