Gela. Questa mattina, dopo un primo sit in organizzato nel tardo pomeriggio di ieri, gli operatori del servizio antincendio al porto isola Eni sono ritornati a radunarsi davanti agli uffici della Capitaneria di porto, sul lungomare Federico II di Svevia.
L’autorizzazione rilasciata ad un’altra società. I dipendenti della società siracusana Archimede temono per il loro imminente futuro occupazionale. Il porto isola, oramai da mesi, è completamente ridimensionato. Pochissime navi partono e altrettante ne arrivano. Adesso, il rischio paventato è che gli spazi di manovra si riducano ulteriormente, data la presenza degli operatori di un altro gruppo, attivo nel settore dei servizi antincendio. L’autorizzazione è stata rilasciata anche ai responsabili della palermitana Vigilanza e controllo. Così, si è tenuto un nuovo vertice tra i rappresentanti sindacali e il comandante della capitaneria di porto Pietro Carosia. “In realtà – spiega Carosia – il permesso ad operare nel porto isola Eni è stato rilasciato alla società palermitana già a maggio di un anno fa. Ci sono tutti i requisiti e noi, per legge, non potevamo impedire che le autorizzazioni venissero rilasciate. Ci limitiamo a far rispettare le norme in materia. Poi, per quanto riguarda le commesse, spetta ad Eni decidere. Il rapporto è tra Eni e le aziende dell’antincendio. Nessuno ha intenzione di far perdere posti di lavoro”. Carosia, nelle scorse ore, ha avuto un colloquio anche con il sindaco Domenico Messinese oltre che con le organizzazioni sindacali del settore, compresa la Filt Cgil del segretario provinciale Orazio Gauci. Sono quasi cinquanta gli operatori del servizio antincendio alle dipendenze della società Archimede.