Dissesto, tempi stretti: in aula ad inizio della prossima settimana, Greco fa il “check” ai suoi

 
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Sammito e l'amministrazione in consiglio comunale

Gela. In aula consiliare, ancora una volta per il dissesto, “ad inizio della prossima settimana”. Il numero legale venuto meno questa sera impone tempi stretti al presidente dell’assise civica Salvatore Sammito. La nota del commissario regionale fissa al 17 novembre il termine ultimo per il voto. La soglia non raggiunta solo poche ore fa non era in programma ma le esigenze espresse dai dipendenti comunali, che attendono il provvedimento di giunta sulle performance 2021, hanno in parte scompaginato il programma. Con l’assillo del 17 novembre non sarà possibile passare dai “canoni” tradizionali per la convocazione, ovvero tre giorni per la conferenza dei capigruppo e poi otto per la seduta. Non è da escludere invece che già domani il presidente Sammito, dopo aver valutato con attenzione, fissi una nuova seduta ordinaria appunto entro i primi giorni della prossima settimana. “Dobbiamo rientrare nel termine del 17 novembre e in questo modo avremo possibilità di farlo”, sottolinea. Ieri sera, dopo oltre quattro ore di durissimo scontro verbale, la soglia minima non è stata mantenuta e lo stesso copione, seppur per ragioni differenti, si è ripetuto alla chiamata odierna. La dichiarazione di dissesto è una tappa sicuramente delicata che poi porterà all’insediamento della commissione straordinaria di liquidazione, competente sui controlli e sul monitoraggio dei conti del municipio. Il sindaco Lucio Greco, ventiquattro ore fa, ha ribadito il concetto e in modo veemente ha contrattaccato chi accusa la sua giunta di avere pesanti responsabilità. Ne ha approfittato per non tirarsi indietro dall’eventualità di una ricandidatura ma ha dovuto prendere “nota” di una incidenza politica degli alleati, almeno in aula, certamente non ai massimi.

C’è un evidente tatticismo e nessuno vuole sbilanciarsi. Il sindaco difficilmente accoglierà l’idea di un fine mandato da portare avanti senza i necessari supporti politici. Quasi nessuno, tra chi lo sostiene attualmente, sembra portato a prospettare un progetto bis, sempre con la sua guida. Se il primo cittadino non è stato affatto tenero nei riguardi di chi lo sostenne per poi passare all’opposizione, al contempo non ha certamente fatto i salti di gioia davanti ad alleati rimasti guardinghi, quasi in attesa dell’ineludibile dissesto e forse di una fase di discontinuità, che potrebbe non contemplarlo nel novero delle scelte elettorali.

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