Gela. La procura dovrà condurre ulteriori approfondimenti intorno al decesso di una donna di nazionalità romena che viveva e lavorava in città. Morì ad inizio dello scorso anno. Per una familiare, ci sarebbero state delle possibili anomalie. Pare che nonostante un malore accusato, la donna non venne trasferita in ospedale. Inizialmente, si ipotizzarono presunte omissioni da parte del personale sanitario intervenuto sul posto. Secondo i pm, però, non sarebbero emersi elementi tali da poter avanzare una contestazione. Era stata chiesta l’archiviazione. Il gip ha accolto l’opposizione formalizzata dal legale che rappresenta la famiglia, l’avvocato Angelo Cafà. In base a quanto indicato, ci sarebbero tutte le condizioni per andare avanti nell’inchiesta. Una valutazione che il gip ha ritenuto fondata, così da richiedere un supplemento di indagine, affidato proprio alla procura.
Sembrerebbe inoltre che la donna, poi deceduta, non venne trasferita al “Vittorio Emanuele” a seguito dell’assenza di posti: un sovraccarico che allora fu determinato dall’ultima ondata di contagi Covid. Gli operatori avrebbero comunque confermato il rispetto di tutti i protocolli previsti in casi analoghi. La donna infatti firmò il relativo modulo.