Gela. Il progetto del gasdotto Gela-Delimara va fermato. Un appello in tal senso è stato lanciato dalla fondazione Daphne Caruana Galizia e dalla ong Friends of the earth. Si tratta di un consistente investimento pubblico maltese destinato a collegare la sponda dell’isola dei cavalieri con quella italiana, appunto attraverso il territorio locale. L’ammontare complessivo è di circa 400 milioni di euro. L’appello fa leva sui fatti che portarono all’assassinio della giornalista maltese Daphne Caruana Galizia. “I principali investitori che alla fine ne trarranno beneficio saranno quelli coinvolti nel controverso progetto Electrogas, incluso l’ex direttore Yorgen Fenech, che è stato incriminato per l’assassinio della giornalista investigativa Daphne Caruana Galizia. Corruzione, assassinio e distruzione ambientale sono parole chiave associate alla centrale elettrica Electrogas e al gasdotto Melita TransGas proposto dal governo maltese”, fanno sapere dalla fondazione e dalla ong. L’Unione Europea ha già indicato il progetto come di “interesse comune”. “Le clausole degli accordi con Electrogas sono destinate ad autorizzare un pagamento multimilionario alla società una volta che il gasdotto sarà completato e collegato alla centrale elettrica di Electrogas, premiando i proprietari effettivi finali. L’Unione Europea e Malta rischiano non solo di ricompensare il presunto assassino di Daphne Caruana Galizia ma anche il suo stesso omicidio”, si precisa nell’appello. L’iter dell’investimento per il gasdotto va avanti da diversi anni.
Nel 2017, Daphne Caruana Galizia ricevette una cache di oltre 600 mila e-mail relative al progetto Electrogas. Un anno prima, aveva svelato che i proprietari di società offshore a Panama erano funzionari vicini all’ex primo ministro Joseph Muscat, il capo di gabinetto Keith Schembri e l’ex ministro dell’energia Konrad Mizzi. Queste società offshore avrebbero dovuto ricevere pagamenti sostanziali da un’entità segreta ribattezzata 17 Black, che in seguito si scoprì essere di proprietà di Yorgen Fenech. Sia Schembri che Mizzi hanno negato ogni addebito e hanno affermato di non aver mai ricevuto denaro da 17 Black. Non è la prima volta che rispetto al gasdotto in progetto vengono riproposte le vicende delicate dell’omicidio della giornalista.