Gela. “Standard di qualità più bassi” rispetto a quelli di altri nosocomi italiani. Tra gli ultimi in una graduatoria “virtuale”, stilata sulla base dei dati forniti da Agenas, l’Agenzia per i servizi sanitari stagionali, figura l’ospedale “Vittorio Emanuele”. I risultati fanno riferimento al Programma nazionale esiti. Quello che emerge, purtroppo, non sembra una conclusione così inaspettata, tutt’altro. Negli ultimi anni, il nosocomio locale ha dovuto patire tagli e disservizi sempre più pesanti nonostante il management di Asp e l’assessore regionale Giovanna Volo, in settimana, abbiano rassicurato il sindaco Lucio Greco, promettendo un’inversione di tendenza. Agenas non mette in discussione l’operato del personale e l’impegno profuso, ma i dati sono stilati sulla base di precisi standard.
Così, le criticità della struttura sanitaria cittadina vengono poste su particolari indici. Tra i parametri non in linea con i livelli ottimali, un’alta incidenza di nuovi interventi nei centoventi giorni dalla resezione di tumori della mammella e l’alta mortalità post-chirurgica per il cancro al colon. Ci sono poi i troppi morti anche nei trenta giorni dal ricovero per infarto e l’eccessivo ricorso ai parti cesarei. Gli ultimi posti, a livello nazionale, sono occupati dal “Vittorio Emanuele” e ancora dall’Umberto I di Nocera Inferiore, dal Luigi Curto di Polla e l’Immacolata di Sapri, dal Cervello di Palermo, dal San Giovanni Evangelista di Tivoli, dallo Stabilimento Ospedaliero di Sanremo e dal Ss. Pietro e Paolo di Borgosesia.
Politici Gelesi se non l’avete ancora
capito siete a rischio come tutti noi comuni mortali , adoperatevi a portare l’ospedale a standard di sicurezza elevati vivete anche voi in questa città