Gela. “Ero in fila per l’uso del bagno di quel locale. Due ragazze sono arrivate, pretendevano di avere la precedenza. Chiesi spiegazioni e mi aggredirono, colpendomi al volto. Poi, ho subito ferite anche alla testa”.
L’aggressione nel locale. A raccontare in aula quanto accaduto durante i festeggiamenti del Capodanno di due anni fa, all’interno del Tropico Med, è stata la giovane colpita. Le accuse dei magistrati della procura vengono mosse contro due ragazze. Sarebbero state loro ad entrare nel bagno del locale e a scagliarsi ripetutamente contro la vittima, finita al pronto soccorso dell’ospedale Vittorio Emanuele, con ferite, appunto, al volto e alla testa. “Dopo che mi colpirono la prima volta – ha spiegato ancora – ricordo che entrarono in bagno e uscirono dopo pochi minuti per colpirmi nuovamente con un oggetto appuntito. Alla fine, le altre ragazze presenti mi aiutarono a tamponare il sangue. Sono riuscita a riconoscerle, qualche giorno dopo, attraverso i loro profili facebook”. La giovane si è costituta parte civile nel dibattimento aperto davanti al giudice Ersilia Guzzetta, è assistita dall’avvocato Davide Limoncello. I difensori delle due imputate, gli avvocati Carmelo Tuccio, Filippo Spina e Francesco Cottone, però, mettono in dubbio soprattutto la fase di identificazione delle loro assistite. Non ci sarebbero certezze, in sostanza, per collegare le giovani all’aggressione denunciata dalla vittima, che presentò denuncia sia al commissariato di polizia di via Zucchetto sia davanti ai poliziotti di Ravenna, città dove vive. Nel corso dell’udienza, a rispondere alle domande del pubblico ministero Gesualda Perspicace e dei legali, è stato anche il fidanzato della giovane al centro dell’intera vicenda. “All’interno del locale, dopo l’aggressione – ha spiegato – non siamo riusciti a trovare le due ragazze. Il giorno successivo, però, attraverso alcuni conoscenti, ho saputo i loro nomi e abbiamo effettuato una verifica attraverso i profili facebook”. Nuovi testimoni verranno sentiti in aula a maggio.