Gela. Come abbiamo già riferito, oggi la giunta si è riunita per vagliare la relazione di non fattibilità del piano di riequilibrio, condizione per virare definitivamente verso il dissesto. Così è stato. Si è reso necessario qualche approfondimento in più dopo un lavoro che l’amministrazione ha condotto senza sosta per mesi. Il sindaco Lucio Greco e gli assessori hanno preso atto della relazione affidata al dirigente al bilancio, il segretario generale Carolina Ferro. Il mancato approdo al riequilibrio è dovuto principalmente alla sussistenza di troppi “dati discordanti”. “Rappresenta uno dei motivi per i quali l’ente non potrà affrontare con attendibilità un periodo così lungo per ripianare il disequilibrio finanziario”, si legge nella delibera di giunta. La soluzione del piano, alla fine, si è rivelata non praticabile perché, tra le altre ragioni, avrebbe “richiesto una durata ventennale con un ripiano annuale di circa 5.638.696,52 di euro”. L’ente non ha la struttura adatta sopratutto per portare avanti il monitoraggio, con uffici ridotti ai minimi termini sul fronte del personale. “La ricognizione definitiva dei debiti fuori bilancio ha messo in evidenza la lacunosità ed incompletezza delle informazioni in capo agli uffici preposti”, si legge inoltre. Una summa di elementi che si è sviluppata nel tempo, fino ad implodere durante le verifiche condotte dall’amministrazione.
Neanche le proposte transattive inviate ai creditori dell’ente hanno avuto l’esito che invece ci si attendeva. Praticamente nessuno ha accettato di rivedere l’ammontare di quanto dovutogli dal municipio, “non mancando creditori che hanno, anzi, contestato la proposta transattiva”. Gli incassi della riscossione dei tributi sono ancora molto bassi, mancano gli equilibri di bilancio, “i servizi essenziali non hanno totale copertura finanziaria” e non è riscontrabile la “determinazione del disavanzo da riaccertamento straordinario (all’1 gennaio 2015)”. Per gli uffici finanziari del municipio e per il commissario regionale, non ci sono altre soluzioni se non quella del dissesto che passa dalla relazione di non fattibilità del piano di riequilibrio, così come indicato nelle cinquantaquattro pagine presentate alla giunta.