Gela. Vanno a processo, come disposto dal gup Francesca Pulvirenti. Si tratta dei coinvolti in un’inchiesta che gli inquirenti ribattezzarono “Amore criminale”. Partendo dal rogo di una vettura, gli investigatori fecero luce su un presunto giro di spaccio di droga che già iniziava ad essere monitorato. Questa mattina, la procura ha insistito per il rinvio a giudizio degli imputati, ad eccezione della posizione di Jessica Morello. La difesa aveva sottolineato che non risulta alcun suo coinvolgimento. Sarebbe stato un errore di persona e lei stessa, in aula, ha riferito di non aver mai avuto contatti con gli altri coinvolti. Così è stato deciso il non luogo a procedere. Gli altri imputati invece si presenteranno davanti ai giudici del tribunale a giugno del prossimo anno. L’inchiesta, condotta dai pm della procura e dai poliziotti del commissariato, consentì di risalire alle cause del rogo di una Ford, data alle fiamme nel luglio di quattro anni fa in una zona a ridosso del lungomare Federico II di Svevia. La vettura veniva usata da una giovane ma era di proprietà del fratello. Si sarebbe trattato di una ritorsione proprio a danno della ragazza, per vicende sentimentali. Il fratello, per il tramite dell’avvocato Angelo Cafà, si è costituito parte civile. Il legale ha sostenuto la linea della procura per il giudizio. Secondo le contestazioni, ad ordinare l’incendio fu Igland Bodinaku. Le fiamme sarebbero state appiccate, invece, da Vincenzo Scerra e Salvatore Cannizzaro, a loro volta imputati. Gli inquirenti, intanto, erano sulle tracce di presunti pusher, accusati di piazzare cocaina.
Le accuse sono mosse inoltre ad Antonino Raitano, Salvatore Ardore, Nunzio Raniolo, Salvatore Placenti, Calogero Infurna e Juri Bekiri. Le difese si sono opposte al rinvio a giudizio, mettendo in discussione la sussistenza di rapporti per la droga. Gli imputati sono rappresentati dagli avvocati Carmelo Tuccio, Giacomo Ventura, Davide Limoncello, Flavio Sinatra, Antonio Gagliano, Rocco Cutini, Francesco Enia, Nicoletta Cauchi, Adriano Falsone e Paola Carfì.