Catania. Non ci fu nessuna sottovalutazione del caso. La morte di un paziente quarantaquattrenne del Pte di Giarre, risalente a tre anni fa, fu dovuta ad una predisposizione genetica, non accertabile da parte del medico di base e del responsabile del presidio territoriale. Così, il giudice del tribunale di Catania Laura Barbato ha assolto il medico gelese Claudio Maganuco e lo specialista di base Salvatore Gullotta. Entrambi ebbero in cura il paziente poi deceduto. Prima, il quarantaquattrenne ebbe un consulto con il suo medico di base Gullotta; successivamente, si recò al Pte dove Maganuco effettuò alcuni accertamenti come da protocollo. Lo stesso paziente, in base a quanto emerso nel corso dell’istruttoria, decise di fare ritorno a casa. Nell’arco di poco tempo, le sue condizioni sono peggiorate fino alla morte. Durante il dibattimento, sono state analizzate le conclusioni esposte nelle perizie ed è stato necessario anche un confronto tra esperti. E’ stato confermato che quanto accaduto fu non prevedibile nè evitabile, proprio a seguito della disfunzione genetica che determinò un’ischemia intestinale fino alla drammatica conseguenza. Una linea, quella dell’imprevedibilità e della non evitabilità, sostenuta dalle difese. Il medico gelese Maganuco è rappresentato dall’avvocato Maurizio Scicolone. E’ stato ribadito nel corso dell’istruttoria che entrambi i medici adottarono tutte le necessarie accortezze. Secondo invece il perito della famiglia del paziente, ci sarebbero state presunte inosservanze, escluse però dal giudice.
Entrambi gli imputati, già in fase di indagine, respinsero ipotesi di omissioni o di possibili errori nella formulazione della diagnosi. Dopo il decesso del quarantaquattrenne, la famiglia, che ha chiesto un consistente risarcimento danni, presentò denuncia facendo partire le indagini dei pm etnei rispetto ad un eventuale omicidio colposo. Il dibattimento però non ha fatto emergere responsabilità. Anche dai banchi dell’accusa è stata formulata una richiesta di assoluzione piena. I due medici si sono sempre detti sicuri del loro operato rispetto al caso finito in giudizio. Il medico gelese peraltro solo brevemente ebbe modo di occuparsi del caso, predisponendo tutti gli accertamenti.