Caos sanità, civici: “Caltagirone si dimetta e intervenga prefetto, scriveremo a Schifani”

 
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Gela. “La misura è colma” e le risposte non arrivano. Il fronte del sistema sanitario cittadino è una polveriera, anche politica. Troppi servizi mancano e ieri l’ennesima beffa di un’Utin mai partita e di una donna costretta a partorire in ambulanza, come abbiamo riferito. I civici di “Una Buona Idea” ritengono, e non è la prima volta, che le disfunzioni siano alimentate anzitutto dai vertici di Asp e chiedono le dimissioni del commissario Alessandro Caltagirone. “Non ci piace sapere di vivere in una città con un ospedale fantasma, con un reparto Utin fantasma e con un manager Asp fantasma. Una donna in stato di gravidanza è stata costretta al trasferimento verso Enna poiché da noi il reparto Utin non esiste  e durante il tragitto ha partorito con tutti i rischi del caso. Rischi aggravati dal fatto che la donna ha partorito un bambino di sole ventitrè  settimane che è stato trasferito in elisoccorso. La domanda delle domande è l’unica possibile, cosa poteva accadere? E di chi sarebbe stata la responsabilità? – si chiedono i dirigenti e gli esponenti del movimento – il reparto Utin, nel nostro ospedale, esiste solo sulla carta ma di fatto non esiste per questo la donna è stata costretta al trasferimento e ha partorito letteralmente per strada, per questo la donna ha rischiato di non tenere mai in braccio quel bambino. Il manager Alessandro Caltagirone quante vite vuole mettere ancora a rischio? A giudicare dallo stato in cui versa il nostro ospedale, dai tanti disservizi in spregio al rispetto che dovuto ai pazienti, dai tanti spostamenti che ci hanno trasformato in profughi della sanità e in ultimo, ma non per ultimo, a giudicare dalle donne costrette a dare alla luce i propri figli dentro un’ambulanza nel bel mezzo della strada, il manager è un fantasma. La misura è colma, faccia un passo indietro, si dimetta”.

I civici, mesi fa, avevano spinto per un intervento del prefetto e tornano a battere sul punto. “Il manager lasci ad altri il compito di occuparsi della sanità, degli ammalati, dei servizi, delle donne che hanno il diritto di non partorire per strada. È  evidente che il ruolo  non è nelle sue corde. Avevamo chiesto, mesi addietro, l’intervento del prefetto – aggiungono – e siamo ancora in attesa che ciò avvenga. Ci auguriamo che almeno questo terribile accadimento spinga ad un intervento. Nei prossimi giorni scriveremo anche al presidente della Regione Schifani. Non ci interessa il clamore fine a sé stesso, ci interessa che se qualcuno, per le solite logiche politiche ha scelto di trattarci come carne da macello, sappia che non glielo lasceremo fare in silenzio”.

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