Anno nuovo…vita vecchia, niente numero legale in consiglio comunale: i soldi del Pum sempre più lontani

 
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Gela. Non sono bastate quattro sedute consecutive, a cavallo tra il vecchio e il nuovo anno, per dare il via libera al Piano urbano della mobilità, tra i punti più attesi all’ordine del giorno del consiglio comunale.

I lavori non sono iniziati. Alla seduta di questa mattina, dopo che lo scorso venerdì era caduto il numero legale, i lavori non sono neanche iniziati. Solo dieci consiglieri presenti alla lettura dell’appello da parte del presidente Alessandra Ascia. Quindi, niente numero legale e, adesso, sarà necessaria una nuova convocazione mentre il Piano Urbano della mobilità andava approvato entro il 31 dicembre, almeno nella prospettiva di ottenere un finanziamento da oltre duecentomila euro dalla Regione. “A questo punto – spiega l’assessore Francesco Salinitro – credo proprio che i soldi della Regione siano persi. Vorrà dire che dovrà essere il Comune ad autofinanziare questo piano urbano”. Progettisti e tecnici che lo hanno redatto negli scorsi anni sono già stati pagati e, così, l’ente comunale rischia di non poter ottenere neanche le somme per coprire quanto già versato. “Il consiglio comunale non fa assolutamente una buona figura – dicono l’indipendente Carmelo Casano e l’esponente di Adesso Gela Antonino Biundo – noi stiamo valutando la possibilità di rinunciare al gettone di presenza. Certamente, spiace constatare l’assenza in aula del Pd”. Al momento dell’appello, solo il presidente Alessandra Ascia era in aula a rappresentare il Partito Democratico. L’altro esponente democratico Salvatore Gallo è giunto pochi istanti dopo la lettura. Molto contrariata anche l’indipendente Angela Di Modica. “Purtroppo – spiega – immaginavo già come sarebbe andata a finire. Alla seduta dello scorso venerdì, c’erano tutte le condizioni per rimanere in aula e valutare anche il Piano urbano della mobilità, data l’urgenza dell’approvazione. Invece, c’è stato chi non ha voluto che si trattasse. Adesso, ne paghiamo le conseguenze”. Le prime due sedute convocate dal presidente Ascia, ovvero quelle del 28 e del 29 dicembre, non avevano avuto alcun esito perché l’aula ha scelto di solidarizzare con la famiglia delle due bambine uccise dalla madre. “Eravamo qui proprio per il Piano urbano della mobilità – ammette il capogruppo della Lista Musumeci Vincenzo Cascino – invece, torniamo a casa con in mano un pugno di mosche”.    

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