Gela. Accoltellò l’ex moglie, lasciandola in fin di vita, per poi darsi alla fuga.
Le coltellate all’ex moglie. La vicenda del cinquantaquattrenne Sandro Signorelli verrà decisa dai giudici della Corte di Cassazione a gennaio. Sia in primo che in secondo grado, è stato condannato a nove anni e quattro mesi di reclusione. I suoi difensori di fiducia, adesso, hanno deciso di rivolgersi ai giudici romani. L’uomo è accusato di aver più volte colpito, con una lama, l’ex moglie Angela Biundo. La donna rimase in una pozza di sangue all’interno dell’abitazione di famiglia a Marchitello mentre Signorelli si dava alla fuga. Si costituì davanti ai carabinieri di Licata. La doppia condanna è scattata con l’accusa di tentato omicidio. Fu la moglie a denunciare quanto accaduto e a fare subito il nome dell’allora marito, mentre le forze dell’ordine intervenivano nell’abitazione. Angela Biundo, in tutti i gradi del procedimento, si è costituita parte civile con l’avvocato Giovanna Cassarà che ha sempre sostenuto la linea della responsabilità dell’imputato, ritenendo validi i presupposti del tentato omicidio. La difesa del cinquantaquattrenne, invece, ha più volte ribadito la necessità di rideterminare l’accusa, da tentato omicidio a lesioni gravissime. Una linea rigettata sia dai giudici di primo grado che da quelli della Corte di appello di Caltanissetta. Il legale di parte civile che assiste la vittima del tentato omicidio ha descritto in giudizio un clima di terrore instaurato proprio dall’operaio finito a processo. Per l’avvocato Giovanna Cassarà, Angela Biundo sarebbe stata sottoposta a continue violenze. Intanto, i verdetti di condanna hanno fatto perdere la patria potestà all’imputato sulle due figlie. Signorelli è attualmente detenuto. I giudici hanno riconosciuto il diritto al risarcimento del danno in favore dell’ex moglie.
