Gela. “L’area più ingannata d’Italia”, a cominciare dal territorio di Gela. I segretari confederali di Cgil, Cisl e Uil lo ribadiscono, praticamente a fine anno, e dopo un confronto avuto con il prefetto di Caltanissetta Maria Teresa Cucinotta.
“Troppe parole vuote”. I segretari Ignazio Giudice, Emanuele Gallo, Maurizio Castania e Vincenzo Mudaro non sottovalutano le tante debolezze strutturali del territorio, a cominciare dall’assenza di vere prospettive occupazionali. “Da dove arriva l’inganno? – dicono – da troppe parole vuote e svuotate nel significato sociale originario, invecchiate senza aver visto nascere l’oggetto degli annunci. Un esempio su tutti riguarda il destino dei miliardi del contratto d’area, del patto per l’agricoltura, di tutta l’idea della programmazione negoziata che doveva far vivere un nuovo e sano protagonismo imprenditoriale e, invece, ha generato macchie nel deserto, capannoni senza alcun perché se non quello di giustificare la spesa, senza produrre occupazione”. “La resistenza dei cittadini di tutta la provincia riguarda anche la persistenza dell’organizzazione mafiosa – proseguono – che in modo silenzioso cerca di determinare scelte e affari e le operazioni antimafia registrate nel corso dell’anno ne danno ampia dimostrazione, basti pensare al numero dei beni sequestrati e confiscati per i quali il sindacato propone procedure più snelle e veloci per una assegnazione alla comunità”. Per il sindacato, inoltre, sarebbe necessario un rafforzamento del personale in servizio negli uffici pubblici periferici. “Nel ringraziare il prefetto per la tangibile attenzione dimostrata verso le criticità del mondo del lavoro – concludono – abbiamo preannunciato la volontà di chiedere agli enti pubblici, ad iniziare dall’Inps, un potenziamento dell’organico nei servizi di sostegno al reddito così da evitare la disperazione di interi nuclei familiari e lo studio congiunto di un nuovo protocollo di legalità che eviti parole da libro dei sogni e contenga misure da realizzare immediatamente”.