Gela. Ancora troppi punti da chiarire, anzitutto sul piano finanziario. Ieri, nel corso del confronto tra il sindaco Lucio Greco e l’assise civica, sono emerse distanze nette sulla vicenda Macchitella lab. Punti interrogativi arrivano principalmente dall’opposizione di centrodestra. Giovedì, il primo cittadino, a conclusione dell’ennesimo tavolo con Eni e Kore, si è detto convinto che la struttura possa eventualmente partire a pieno regime entro fine dicembre. “Non capisco come possa fare un ente comunale a rischio dissesto a proseguire in un percorso di acquisto dell’area prospicente l’immobile – dice il capogruppo Dc Vincenzo Cascino che ieri ha posto quesiti nel corso dell’incontro in aula consiliare – bisogna partire dal presupposto che per quanto accaduto nei decenni, Eni è debitrice di questa città. Le conseguenze dell’industrializzazione pesante le paghiamo ancora oggi, su più livelli e anzitutto per le patologie. Ho chiesto al segretario generale se sia fattibile un esproprio da parte del Comune, così da avere la piena disponibilità dell’area. La risposta è stata favorevole. Si tratterebbe di pubblica utilità mentre il Comune ha già l’intesa per il comodato d’uso e la disponibilità dell’immobile. Quindi, perché si deve aspettare la perizia tecnica che dovrà definire il valore dell’area?”. Secondo Cascino, inoltre, ci sono ulteriori aspetti da approfondire. “Catastalmente va mutata la destinazione di quell’immobile – aggiunge – va inquadrato come B5 per edifici scolastici o finalizzati alla formazione”. Il consigliere non trova elementi di appiglio nella strategia portata avanti dall’amministrazione per cercare di sbloccare definitivamente la querelle su Macchitella lab.
“Non bisogna trascurare un aspetto secondo me fondamentale – conclude – non dobbiamo soffermarci troppo sulle compensazioni economiche quanto su quelle morali. Nel rapporto con Eni, è evidente che spetti all’azienda dare segnali importanti e assicurare che la città possa usufruire a pieno di una struttura importante. Tutti vogliamo l’università e un valido incubatore di imprese innovative ma il Comune non deve accollarsi costi che non può sostenere”.