Gela. Una verifica ampia e approfondita sulle linee di finanziamento attivate dall’amministrazione comunale in questi oltre quattro anni di governo della città. L’hanno voluta civici e progressisti e in aula, con un monotematico, si andrà il prossimo 9 ottobre. Il presidente del civico consesso Salvatore Sammito ha dato seguito alla richiesta articolata dai consiglieri. “Patto per il sud”, “Agenda urbana”, “Qualità abitare”, “Rigenerazione urbana”, la nuova programmazione con l’Unione dei Comuni e il sistema delle città medie, sono tutte tappe, ad oggi piuttosto sofferte, di un percorso che dovrebbe concludersi con cantieri e lavori per importanti interventi pubblici in città ma che attendono ancora una concretizzazione. Il timore vero è quello dei pesanti tagli, per alcuni capitoli già imposti da governo nazionale e Regione. Ritardi, gruppi di lavoro non sempre orientati verso gli obiettivi di medio e lungo periodo, piattaforme non aggiornate con regolarità, la crisi finanziaria del municipio e la scure romana o palermitana che spesso ha colpito duro, sono nei che hanno accompagnato il percorso. Sammito, come chiesto dai consiglieri che spingono per il confronto in aula, ha esteso la convocazione all’esperto esterno Mario Di Martino, nominato per sovraintendere gli sviluppi dei progetti Pnrr, al parlamentare Ars Luigi Sunseri (che ha già segnalato i ritardi di “Agenda Urbana”) e al comandante provinciale della guardia di finanza Stefano Gesuelli. Di recente, a Palazzo di Città si è concretizzata la nomina dell’architetto Vincenzo Castellana, con il compito di attuare la strategia della nuova programmazione 2021-2027, a supporto del dirigente Antonino Collura (che ha la piena governance di tutti i programmi). Domani, si insedia ufficialmente il consiglio dell’Unione dei Comuni, atteso da mesi.
L’ex vicesindaco Terenziano Di Stefano, che fu tra i primi a credere nelle linee di finanziamento, ha da poco chiuso un report sul tema: il municipio dal 2018 ha messo insieme strumenti e decreti di finanziamento per quasi 300 milioni di euro. Pochi sono diventati cantieri e almeno una decina sarebbero a forte rischio taglio. Amministrazione, professionisti esterni e tecnici, dovranno dare riscontri in aula. Perdere altre possibilità, con la crisi finanziaria in atto e le variazioni di bilancio decisamente travagliate, potrebbe diventare l’ennesima mazzata per l’ente e per i progetti, con conseguenze tutte da vagliare.