Gela. La protesta dell’operatore guardiafuochi Salvatore Comandatore va avanti da una settimana. Ha scelto di organizzare un sit in permanente davanti palazzo di giustizia. E’ certo di essere stato licenziato solo per una ritorsione ai suoi danni decisa dai vertici della società Archimede, che opera nel porto isola per conto di raffineria. L’azienda, invece, ha sempre escluso anomalie e confermato che il licenziamento è da legare a decisioni che riguardano la condotta del lavoratore. A sostegno della protesta di Comandatore, c’è il presidente dell’antiracket Salvino Legname che torna a ribadire la necessità di fare chiarezza e di attuare i giusti controlli sull’operato della società. Parla, tra le altre cose, di mezzi ormai ridotti a “rottami galleggianti” e che non assicurerebbero gli standard opportuni. “Le motobarche sono scelleratamente obsolete e solo a vederle penso subito alla miseria umana di certe istituzioni che permettono ai possessori di questi rottami che galleggiano per miracolo di adoperarli in appalti milionari”, dice Legname. Il presidente dell’antiracket ha raccolto foto che descriverebbero lo stato di alcuni mezzi usati da “Archimede”. Ancora una volta spinge affinché i controlli vengano effettuati anche dalla capitaneria di porto. Ribadisce che Comandatore sarebbe stato licenziato e non reintegrato perché si sarebbe rifiutato di sversare in mare idrocarburi.
Legname, infine, cita anche presunte violazioni sui contributi che avrebbero determinato una pesante sanzione per l’azienda.