Gela. In videocollegamento dal carcere, nel corso dell’udienza che lo vede imputato per tentato omicidio, si è scusato con la famiglia dell’ex fidanzata. “Non ho sparato per uccidere ma solo per impaurirli”, ha detto il ventenne Kevin Canotto. I carabinieri, lo scorso anno, lo arrestarono dopo gli spari contro un’abitazione di contrada Zai, dove vive l’intera famiglia dell’ex fidanzata. Per gli inquirenti, si sarebbe trattato di una ritorsione. Canotto avrebbe voluto riallacciare i rapporti con la ex ma sia la giovane sia la famiglia si opposero. La madre della giovane è stata sentita in aula, davanti al collegio penale del tribunale. Ha confermato le minacce pervenute da Canotto, anche attraverso messaggi minatori trasmessi con i social. Ha invece escluso che ci siano state aggressioni a danno dell’imputato così come riferito anche dallo zio dell’ex fidanzata. Fu l’uomo ad accorgersi degli spari e a tentare di bloccare Canotto. “Gli sono andato contro con l’auto, è riuscito a fuggire – ha riferito – siamo finiti in un canale di scolo. Ho sentito almeno cinque colpi. Sono stati feriti i nostri due cani e un proiettile ha rischiato di colpire mia figlia, gli è passato a pochi centimetri di distanza”. Secondo i pm della procura, Canotto voleva uccidere al culmine di atti persecutori patiti dall’ex fidanzata e dalla sua famiglia. La difesa del giovane, sostenuta dal legale Davide Limoncello, esclude invece che gli spari fossero per uccidere.
E’ stato confermato che in questi mesi, dal carcere, Canotto ha scritto almeno due lettere di scuse. L’ex fidanzata che lo denunciò per stalking e i familiari sono parti civili, con l’avvocato Giuseppe Cascino. Il collegio penale aveva già accolto la richiesta di costituzione del Partito animalista italiano e dell’Associazione nazionale per la tutela degli animali, rappresentati dagli avvocati Roberta Pagano, Giovanna Li Causi e Giusy Cauchi.